Donne instancabili, donne che pur di lavorare accettano pesanti turni serali e occupazioni nel weekend. E’ quanto emerge da una recente ricerca realizzata dal centro studi Red-Sintesi per diversi quotidiani italiani come ‘Il Sole 24 ore’ e ‘Repubblica’ con i dati forniti dal Ministero dell’economia e delle finanze, relativi agli anni di imposta 2007 e 2011, quindi alle dichiarazioni dei redditi del 2008 e del 2012. Secondo questa ricerca, le donne sono le uniche a resistere alla crisi: i dati del lavoro rosa, infatti, sono gli unici in controtendenza con una crescita +0.4% all’anno. Ecco le categorie più favorite.
Alcuni dati – Mentre il tasso di disoccupazione, in agosto, era del 12,2%, oltre il 40% per i giovani, quello delle donne era in controtendenza, come abbiamo detto. Il tasso di occupazione femminile è attualmente al 47,1%: nel 2012 sono state 386mila le donne che hanno trovato un impiego, battendo gli uomini, fermi sotto quota 385mila.
Ragioni – I dati raccontano però una cruda realtà: le donne occupate nel 2012 sono quelle che si sono adattate a lavorare in orari considerati ‘asociali’, o meglio nelle fasce più disagiate. Sera, notte, weekend. Con addirittura i peggiori contratti, sia in termini di precarietà sia di scarsa specializzazione. Nonostante, infatti, una neoassunta su tre riesca a inserirsi a tempo indeterminato, l’incidenza maggiore è rappresentata dalle collaborazioni (34% di quelle totali) e dalle formule a termine (30%).
Preparate – Ma attenzione: questo non significa che le donne non siano preparate. Anzi. Le donne sono le più preparate. Quasi una su quattro delle nuove occupate, infatti, vanta un titolo di studio elevato, contro l’uno su otto dei maschi.
Categorie – Più acconciatrici, dottoresse e addette all’assistenza. Meno insegnanti, operaie e contabili. Proprio così: a salire rispetto a cinque anni fa sono le chance occupazionali nei servizi alla persona. Le parrucchiere, estetiste e addette all’assistenza sono aumentate dal 2008 dell’87%, ma anche la richiesta di personale non qualificato per alberghi e ristoranti è aumentata del 53%. Bene anche per le donne medico (+33,8%) e le tecniche delle attività finanziare e assicurative (+45,7%).
A calare sono invece le professioni legate al mondo dell’istruzione, come insegnanti e professori, insieme ad artigiani e operai specializzati nel tessile, legno e abbigliamento. Affondano (-42%) infine i tecnici dell’amministrazione e dell’organizzazione come i contabili, amministratori e i corrispondenti in lingue estere.
Dati negativi – Le donne – abbiamo detto – lavorano, lavorano e lavorano. Ma, ancora non guadagnano: il loro stipendio è il 34% in meno di quelli dei colleghi uomini. Le busta paga rosa nel 2012 hanno riportato un reddito medio di 15.400, il 34% in meno dei 23.500 euro percepito dai maschi.
In pratica le donne per poter guadagnare quanto gli uomini dovrebbero lavorare circa una settimana in più al mese. E le differenze non scompaiono nemmeno spostandosi tra i più ricchi: le donne che dichiarano oltre i 55mila euro all’anno sono appena il 2%, contro il 6% dei maschi.