Alcuni cacciatori di teste inglesi hanno stilato una specie di decalogo sulle cose da non dire mai in un colloquio di lavoro e che i candidati dovrebbero imparare a memoria. Secondo questi tre super esperti in attività di ricerca e selezione, in un’intervista al quotidiano britannico The Guardian e riportato da Adnkronos in Italia, hanno rivelato ciò che non va mai fatto o detto di fronte un selezionatore e un potenziale datore di lavoro. Loro sono, Corinne Mills, managing director di Personal Career Management, Richiard Nott, direttore del portale CWJobs.co.uk, e Nik Pratap di Hays Senior Finance.
Il decalogo.
“Scusate il ritardo”. Inutile dire che la puntualità è fondamentale. E certamente chi deve assumere non vuole che voi arriviate al lavoro con 20 minuti di ritardo ogni mattina.
“Quante sono le ferie?”. Chiedere quante sono le ferie annuali e quanti i giorni di malattia concessi non sembra carino. Infatti, non è consigliabile prima ancora di essere assunti dare l’idea di programmare le future assenze dall’azienda.
“Rispondere al telefono”. Rispondere al telefono che squilla e dire durante un colloquio di lavoro che prendete solo questa chiamata, per molti può sembrare normale, ma in realtà è un pericoloso boomerang. Non fatelo mai!
“Dove ti vedi tra 5 anni?”. A questa domanda mai rispondere “presso di voi”. Per quanto questa possa essere una risposta autentica, i candidati devono cercare di costruire una risposta sull’esperienza che vorrebbero aver acquisito e il livello di responsabilità che gli piacerebbe avere, piuttosto che percepire l’intervistatore come minaccioso.
“Il mio precedente datore di lavoro mi ha distrutto”. Non importa quanto le mansioni svolte in precedenza possano essere state noiose o poco interessanti, parlare male di un precedente datore di lavoro non solo non è professionale, ma induce anche a riflettere su come siamo realmente. Inoltre, è molto probabile che il vostro nuovo datore di lavoro (potenziale) si metta in contatto con l’ex datore lavoro per le referenze a seguito di un colloquio e, dunque, non è mai saggio bruciare i ponti. A meno ché non siano già stati bruciati.
“Fate racchette da tennis? Pensavo che facevate mazze da cricket”. La mancata ricerca d’informazioni complete sul potenziale datore di lavoro è un grane passo falso. Dire che hai guardato solo il loro sito web è solo marginalmente migliore, perché i datori di lavoro si aspettano sempre molto di più.
“Maledizione”. Non imprecare mai durante un colloquio. Può succedere, soprattutto se il vostro intervistatore abbonda lui stesso con le parolacce, ma non lasciate mai che lo standard del colloquio si abbassi e controllare che il tono rimanga professionale in ogni momento.
“Ero molto bravo coi Firewall dei checkpoint”. Non cadere nel gergo di settore dove si lavorava prima del colloquio e non presumere che l’intervistatore conosca qualcosa della tua esperienza. Invece, parlare chiaro circa le abilità e l’esperienza per evitare qualsiasi malinteso o confusione.
“Devo proprio indossare quella divisa?” Qualsiasi critica sulla divisa, vi farà andare giù come un palloncino di piombo, soprattutto se si pensa che anche l’intervistatore ha dovuto indossare prima di noi quella divisa verde fluorescente che proprio non ci piace.
“Qual è la cosa che si aspetta da questo ruolo?”. A questa domanda non rispondere mai con una di queste cose: la busta paga, i benefit, la pausa pranzo, i miei collaboratori o le mie vacanze.