Dall’inizio dell’anno sono quasi 1.200 i morti sul lavoro in Italia. “Una vera strage”. A certificarlo è Carlo Soricelli, presidente dell’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, ieri mattina nel corso di una tavola rotonda organizzata dalla Casa della Conoscenza di Casalecchio di Reno, alle porte di Bologna. Soricelli, metalmeccanico bolognese in pensione, dopo la tragedia alla Thyssenkrup di Torino, dall’1 gennaio 2008 ha iniziato a monitorare e registrare in tempo reale i morti sul lavoro, indicando nelle tabelle giorno, luogo e dinamica dell’incidente, nome, età e nazionalità della vittima.
Le notizie vengono reperite in Rete, ma anche grazie alle segnalazioni dei cittadini. “Il sito ha oltre tre milioni di visitatori- sottolinea Soricelli- la politica invece si interessa pochissimo”. Ad oggi, dunque, secondo l’osservatorio sono 1.188 i morti, compresi quelli sulle strade e in itinere, di cui 586 sui luoghi di lavoro: 60 in Lombardia; 59 in Campania e Toscana; 43 in Emilia-Romagna e Veneto; 42 in Piemonte; 32 in Lazio; 31 in Calabria; 29 in Puglia; 26 in Sicilia e Abruzzo; 23 in Trentino; 20 nelle Marche; 13 in Friuli; 12 in Sardegna; otto in Basilicata e in Umbria; sei in Liguria; due in Valle d’Aosta. A questi numeri, però, occorre aggiungere i morti per infortuni da Covid: 90 medici morti per coronavirus nel 2021 (360 totali dall’inizio epidemia) e 80 infermieri. Il 70% dei lavoratori morti per infortuni sul lavoro da Covid sono donne, si legge sul sito dell’osservatorio.
“Dal 2008 a oggi i morti sui luoghi di lavoro sono sempre aumentati– rimarca Soricelli- solo quest’anno sono già morti 146 agricoltori schiacchiati dal trattore: da quando funziona l’osservatorio sono stati oltre 2.000. E in edilizia sono morti tantissimi lavoratori in nero. Nelle aziende invece dove ci sono i sindacati le morti sul lavoro non ci sono, muiono solo quelli in appalto che dipendono da dittte esterne e non hanno le stesse prerogative degli altri. E anche il lavoro precario, uccide i lavoratori”.
Rispetto ai numeri dell’istituto di previdenza, infatti, la discrepanza è notevole. Al 31 agosto, secondo l’Inail ci sono stati 772 decessi tra morti sul lavoro e morti in itinere, in media tre vittime al giorno.
“Sono dati comunque preoccupati”, sottolinea Laura Mara, avvocato esperta di cause per morti sul lavoro. Ma i conti, appunto, non tornano. E a spiegarlo è lo stesso Soricelli. Dopo il primo anno di attività, spiega il responsabile dell’Osservatorio, “mi sono reso conto che avevo molte più vittime dell’Inail”. L’istituto, infatti, “raccoglie le denunce che arrivano dal territorio ma che rappresentano solo i propri assicurati. Ci sono intere categorie e anche tanti lavoratori in nero che non vengono conteggiati“. L’Inail, inoltre, “mette insieme anche i dati di coloro che muoiono in itinere, sulle strade. Massimo rispetto per l’Inail, ma così si fa confusione”, afferma Soricelli.
Fonte: Agenzia Dire