Usciamo dalla metafora. Non stiamo parlando degli ‘squali della finanza’ e non vi stiamo proponendo un impiego nel mondo della Borsa. Questo è un vero e proprio progetto che ha per protagonisti gli animali con la pinna più famosa dei mari. Project Abroad, un’associazione che si occupa di stage e volontariato, ha creato un programma alle Fiji per salvaguardare questa specie che, a quanto pare, è più importante di quello che si pensi. Ecco di cosa si tratta.
Volare alle Fiji per gli squali – “Il progetto per la tutela degli squali alle Fiji è particolarmente adatto a chi si sente affascinato dalle tante specie di squali ed è consapevole dell’importanza che rivestono”, ci spiegano da Project Abroad. I volontari, infatti, prenderanno parte ad attività di studio, ricerca, osservazione, sensibilizzazione e avranno anche l’occasione unica di osservare da vicino alcuni degli animali più minacciati. “Si tratta – ci dicono – di un’ottima occasione per conoscere e difendere il mondo marino”.
Perché gli squali – L’obiettivo dell’organizzazione è duplice: proteggere la popolazione degli squali e accrescere la consapevolezza della loro importanza a livello internazionale. “Gli squali – racconta l’associazione italiana – sono ben noti per la loro importanza negli oceani. In molti casi, sono predatori all’apice della catena alimentare e giocano un ruolo cruciale per gli ecosistemi oceanici, di cui direttamente o indirettamente regolano l’equilibrio. Di solito, però, cacciano prede vecchie, malate o deboli, consentendo così a quelle forti di riprodursi e vivere in buone condizioni. Gli effetti di una riduzione degli squali sono imprevedibili, ma comunque economicamente ed ecologicamente dannosi”.
La tutela degli squali, da tempo, è una delle priorità dei programmi ambientali del governo delle Fiji: le ricerche, che condurranno i ragazzi che vorranno partire per questa esperienza, forniranno dati importanti e tempestivi sullo stile di vita, la riproduzione, il movimento e la biologia degli squali.
Quando si parte? – Il progetto di tutela degli squali alle isole Fiji partirà questo mese. Si svolge nella zona di Pacific Harbour, sulla costa sud di Viti Levu, la principale isola nell’arcipelago. “I ragazzi – continua il team di Project Abroad – affiancheranno scienziati di riconosciuta fama internazionale e saranno direttamente coinvolti nel lavoro di ricerca scientifica, in collaborazione con diverse organizzazioni internazionali impegnate nella tutela della fauna marina, tra cui la Coral Reef Alleance”.
Attività – Identificazione dei cuccioli di squalo, censimento, installazione di macchine fotografiche subacquee e recupero dati, misurazione telemetrica e raccolta dati mediante codici d’identificazione acustici, attività per contrastare lo ‘Shark finning’ (la pesca di squalo che ha l’obiettivo della rimozione della pinna, con cui si cucina una famosa pietanza), creazione di zone protette e di un parco marino, sensibilizzazione ed educazione della comunità locale, creazione di una nursery per gli squali e anche rimboschimento della mangrovie. Insomma, le attività da svolgere sono moltissime, ma chiunque è in grado di partecipare a quest’esperienza?
Requisiti – “Per partecipare a questo progetto non è richiesta nessuna esperienza pregressa, né nell’ambito della ricerca né nell’ambito delle immersioni. Tuttavia, i volontari devono saper nuotare ed essere in buona salute per poter effettuare immersioni”. I giovani che non sono in possesso di alcun brevetto da sub, comunque, durante le prime due settimane potranno partecipare a un corso d’immersione per ricevere il brevetto Padi Open Water e il certificato Project Aware Shark Speciality.
“Chiaramente gli studenti di oceanografia, biologia marina, ingegneria oceano, ecologia marina e affini – aggiungono da Project Abroad – troveranno, però, in questo progetto un’esperienza unica che potrà essere riconosciuta anche come stage e che arricchirà sicuramente la propria formazione”.
La vita alle Fiji – Per tutta la durata dell’esperienza, che sarà concordata con l’organizzazione, ogni ragazzo alloggerà in appartamenti e condividerà la camera con altri due o tre volontari. In genere si lavora cinque giorni a settimana, dalle 7 alle 16, alternando tre giorni di immersioni e due giorni di lavoro sulla terra ferma. “Tuttavia – ci raccontano -, in base alle attività da svolgere, è possibile che s’inizi prima o si finisca più tardi di lavorare. Talvolta si può essere impegnati anche durante il fine settimana”. Nei giorni liberi, però, è possibile andare a trovare gli altri volontari a Suva o Nadi, esplorare i dintorni, fare kayak, rafting, trekking, o semplicemente rilassarsi sulle numerose spiagge dell’isola.
Pronti, partenza, via – Per saperne di più potete visitare il sito www.projects-abroad.it oppure contattare l’associazione al +39 081 19139962/3 o all’indirizzo mail [email protected].