Anche i laureati hanno difficoltà a trovare lavoro: questo fenomeno si verifica in realtà dall’inizio del millennio, ma la notizia è che ogni anno la disoccupazione aumenta rispetto a quello precedente.
È quanto è emerso dal XVI Rapporto AlmaLaurea che ha coinvolto quasi 450.000 laureati post-riforma (compresi quelli che hanno conseguito il titolo di secondo livello cinque anni fa) di tutti i 64 atenei aderenti al Consorzio. Tuttavia, se si guarda all’intera carriera lavorativa, chi possiede una laurea rimane favorito nel trovare un’occupazione rispetto a chi non ce l’ha.
I risultati dell’indagine – Fra i laureati triennali la disoccupazione è cresciuta, rispetto all’anno precedente, dal 23% al 26,5%, fra quelli magistrali dal 21% al 23% e fra le lauree a ciclo unico (medicina, architettura, veterinaria, giurisprudenza) dal 21% al 25%. Per quanto riguarda il tasso di occupazione, invece ,per i laureati triennali del 2012 è pari al 66%, meno di quelli magistrali (70%), ma più di quelli a ciclo unico (57%) che sono penalizzati dall’obbligo di frequentare tirocini non retribuiti. La stabilità del lavoro a dodici mesi dal titolo rimane invariata a fronte di una diminuzione dei contratti a tempo indeterminato e di un aumento invece del lavoro autonomo, ma dal 2008 si è registrato un numero sempre più alto di lavori non regolamentati da alcun tipo di contratto (+5 punti percentuali per ogni tipo di corso di laurea). E per quanto riguarda le retribuzioni dei laureati? Dopo un anno lo stipendio medio di un laureato è di circa 1.000 euro netti mensili (1.003 per il primo livello, 1.038 per i magistrali, 970 per i magistrali a ciclo unico). In generale, negli ultimi cinque anni le retribuzioni reali sono diminuite, per tutte e tre le tipologie di laurea, del 20% circa.
Perché scegliere, comunque, l’università – La percentuale di diciannovenni che in Italia si iscrive a un corso di laurea è solo del 30% e il Governo ha dovuto ridimensionare gli obiettivi fissati dall’Unione Europea per quanto riguarda il raggiungimento di un certo numero di cittadini laureati (26-27% di laureati tra i 30 e i 34 anni nel 2020 contro il 40% iniziale).Eppure, se si considera il lungo termine, la laurea paga. La situazione occupazionale a cinque anni dal conseguimento del titolo sembra infatti migliorare: il tasso di disoccupazione mostra valori inferiori al 10% (8% per i laureati di primo livello, 8,5% per i magistrali e 5% per quelli a ciclo unico). Allo stesso tempo, il tasso occupazionale si aggira attorno al 90% e la stabilità lavorativa migliora confermandosi per 80 laureati su 100 per triennale e magistrali a ciclo unico e per oltre 70 su 100 per magistrali biennali. Le retribuzioni, infine, si assestano intorno a una media di 1.350 euro. Nel mercato del lavoro, inoltre, una laurea continua a valere di più di un diploma: dati ISTAAT e OECD dimostrano che nell’intero arco della vita lavorativa il tasso di occupazione dei laureati è maggiore rispetto a quello dei diplomati (75,7% contro 62,6%) così come la retribuzione (+48% per i laureati).