Si è tenuto sabato 3 dicembre 2016 a Trani, presso la sede sita in Via Giovanni Bovio, il primo incontro del ciclo di esposizioni “LabLaw for Art”, il progetto fortemente voluto dal Managing Partner della sede di Bari, l’avv. Serena Botta, in occasione del 10° anniversario dalla nascita di LabLaw e che ha riscosso ampi consensi in termini di presenze e partecipazione.
Da sempre Lablaw ha inteso guardare oltre i confini, proiettando la propria attività e i propri interessi al di là del diritto del lavoro. Attraverso l’arte, gli spazi inusuali dello Studio Legale si aprono all’arte contemporanea, con l’obbiettivo di introdurre nel settore nuovi elementi socio-culturali. Si è cercato di promuovere una virtuosa relazione dialettica con il pubblico, sollecitando il confronto tra saperi e punti di vista differenti.
Il primo appuntamento del progetto “Lablaw for art” ha fatto da prestigiosa cornice non solo al 10° anniversario dello Studio, ma anche alla inaugurazione della nuova sede di Bari (con uffici anche a Trani). Il ciclo di esposizioni si è aperto con la mostra del tranese Mario Cassanelli dal titolo “La materia del silenzio”, attraverso le cui opere l’artista dà voce ai silenzi in un connubio tra Arte e Diritto che ha visto gli spazi dello Studio trasformarsi in una vera e propria galleria d’arte contemporanea.
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D’altronde, se è vero che l’arte del dire, la retorica, è tradizionalmente vanto della classe degli avvocati, sono le parole, prima ancora che le leggi, le armi che essi brandiscono nelle aule dei tribunali per combattere l’avversario screditandone le tesi e garantendo in tal modo la vittoria ai propri clienti. Ma se maneggiare le parole è la loro primaria preoccupazione, d’altro canto non possono trascurare i silenzi con i quali sono chiamati a dimostrare altrettanta destrezza.
Dunque l’arte del tacere è forse ancora più delicata di quella del parlare: significa saper cogliere il momento opportuno in cui inserire in un’arringa infuocata una pausa atta a far bene imprimere nella mente dei giudici una tesi appena espressa, o saper ignorare i colpi bassi dell’avversario quando non si tratta d’altro che di pretestuose provocazioni. Significa saper ascoltare, intuire in anticipo la direzione dell’argomentazione avversaria e, prima ancora dello scontro in tribunale, significa comprendere a fondo le ragioni del cliente, la sua storia e le sue volontà.
Di neologismi, parole nuove, sono ricche le poesie su tela di Cassanelli. I suoi acrilici colmi di irriverenti cromatismi sono il ricordo di passeggiate in riva al mare, condotte presumibilmente in meditabonda solitudine assecondando con passi distratti lo scalpiccio di un’immaginazione tanto fervida da non lasciarsi imbrigliare in stilemi classici, e anzi bisognosa, per esprimersi appieno, di alfabeti inediti fatti (perché no?) di legni, ghiaie, reperti rinvenuti casualmente sulla riva nel silenzio assordante che segue solo alle più violente mareggiate.