Che la tecnologia abbia cambiato il nostro stile di vita, il modo di lavorare, di informarsi e la percezione che abbiamo del mondo è un dato di fatto, ma ha davvero cambiato le nostre abilità? Sembrerebbe di sì.
Da un sondaggio condotto dal sito kaz-type.com, che ha visto coinvolti circa 2 mila britannici, risulta che la tecnologia abbia modificato le priorità quotidiane di ognuno di noi, riducendo le nostre capacità pratiche nella vita di tutti i giorni.
Rammendare, lavorare a maglia e lucidare l’argenteria, attività che conquistano il podio delle abilità ormai inutili, sono state sostituite dal saper andare su google, considerata oggi attitudine indispensabile per eccellenza, usare un telefono cellulare e collegarsi al wifi. Superate le cartoline e le lettere scritte a mano, reputate pratiche desuete, rimpiazzate dal saper usare Facebook e dal caricare foto su Internet, per stare al passo con i tempi bisogna avere dimestichezza con il banking online, le casse self-service e il forno microonde.
Soppiantate anche le attività manuali, come il saper cambiare un pneumatico o montare uno scaffale, nella top twenty della abilità essenziali configurano il saper fare il settaggio delle impostazioni della privacy online, usare la calcolatrice, installare un programma sul computer, saper usare il navigatore satellitare e google maps e digitare le lettere senza guardare la tastiera.
Ma la tecnologia non sembra aver soltanto limitato le nostre capacità pratiche, ha ristretto anche il bagaglio di conoscenze culturali in possesso della singola persona. In un mondo in cui tutto è fruibile dal web, risulta irrilevante la conoscenza delle capitali del mondo, il saper fare lo spelling delle parole e parlare una lingua straniera. Passate in secondo piano anche le buone maniere; sembrerebbe, infatti, che conoscere il galateo a tavola sia competenza superflua.
Resistono, invece, il saper cucinare e l’avere dimestichezza con i contenitori da usare per la raccolta differenziata.