“When you want something in life, you just gotta reach out and grab it”. Lottare per raggiungere l’obiettivo, afferrare il sogno e trasformarlo in realtà. Così Christopher Mc Handless del celebre Into the Wild aveva scelto di vivere la sua vita, superando i propri limiti, e la stessa incitazione vale per tanti giovani, come Giulia Del Duca, che dopo il diploma in Fashion Design allo IED Roma ha trovato il coraggio di scommettere sulle proprie capacità.
Insieme a tre amici napoletani, Alfredo Tarsia, Davide Carrano e Francesco Lucidi, con i quali condivide la passione per la moda e la motivazione derivante dalle esperienze professionali all’interno di case di moda del calibro di Kiton, Moschino e Antonio Marras, Giulia ha creato il marchio di moda TailorHeadz Couture. L’idea di base del brand è quella di portare l’elemento sartoriale all’interno del mondo streetwear. TailorHeadz Couture vuole creare un prodotto prezioso, elegante e originale con il valore aggiunto del made in Italy. Dalla produzione dei capi fino alla vendita, il brand è all’insegna dell’handmade.
In occasione dell’Ottantasettesima edizione di Pitti Uomoa Firenze, durante la quale TailorHeadz ha presentato la collezione spring/summer 2015, abbiamo chiesto a Giulia Del Duca di parlarci di questa avventura creativa.
Di che cosa hai fatto maggiormente tesoro degli insegnamenti IED?
Lo IED, soprattutto attraverso la professionalità e la passione di alcuni insegnanti, mi ha stimolata alla ricerca continua, allo studio attento dei materiali e alla cura dei dettagli.
Come è nata la tua passione per la moda e quali sono i tratti distintivi dello stile di Tailorheadz?
La mia passione nasce dalla curiosità nell’osservare ciò che mi circonda. Lo stile di Tailorheadz è ibrido, i nostri capi cercano di coniugare la funzionalità dello streetwear con l’eleganza di un capo sartoriale.
Qual è stata la spinta che ti ha portato a decidere da subito di avviare il brand insieme ai tuoi soci e come avete iniziato?
Alfredo e Davide hanno creato i primi modelli facendo esperimenti per gli amici e sono stati notati e apprezzati da alcuni addetti ai lavori che hanno iniziato a richiederli. A quel punto siamo entrati in gioco Francesco ed io e, insieme agli altri, abbiamo deciso di investire sulla nostra passione.
Qual è il tuo ruolo all’interno del gruppo?
All’occorrenza ognuno ha un profilo multitasking, tutti facciamo tutto, ma nei momenti di stabilità io sono sia product che sales manager: mi occupo sia della ricerca per bilanciare standard qualitativi e fattibilità economica dei prodotti sia dei rapporti con i clienti.
Quali sono gli aspetti più avvincenti del “fare impresa”?
Adrenalina, passione, qualità del lavoro e una componente di fortuna; ma non è un giro di roulette: c’è bisogno di impegno e precisione.
Come intendete sviluppare ora il vostro brand? Quali sono i prossimi passi?
Gli obiettivi di breve periodo sono legati alla visibilità del brand: vogliamo portare i nostri capi anche al centro-nord e all’estero. Per quanto riguarda il futuro a lungo termine, Tailorheadz sogna di essere un brand streetwear di caratura internazionale che mantiene l’identità della sartoria napoletana.
di Sonia Meoli