Creare qualcosa con le proprie mani. Creare un ricordo, qualcosa che resti nel tempo. E’ questo il lavoro di Rossana Ricolfi, orafa per passione e anche per “vocazione”. Prima di riuscire ad aprire il suo primo negozio ha fatto molti giri: “ma non ho mai abbandonato l’emozione di ‘tenere le mani in pasta’. Amo lasciarmi trasportare dalle forme e dai colori, mi piace l’idea di dare vita a un gioiello partendo da elementi naturali come oro e pietre preziose”.
Rossa è diventata bricoleur in giovanissima età: grazie alla mamma ha imparato cucito, ricamo, uncinetto e maglia. Sempre grazie al gusto materno per l’esclusività dell’artigianato italiano ha eredito il gusto per le produzioni uniche e fatte a mano. Poi si è laureata in biologia, ha lavorato come biologa e anche come direttrice di una scuola moderna, senza però mai allontanarsi dalla sua passione per i gioielli, una passione che riesce a concretizzare solo nel 2000: “Un’orafa di fiducia di mia mamma cercava una commessa. All’epoca avevo già 37 anni, ma mi ero sempre ripromessa di far diventare un hobby un vero e proprio lavoro”. Così frequenta diversi corsi e laboratori serali e di giorno è in negozio: “Nel 2008 ho aperto la mia attività e, contemporaneamente ho iniziato a insegnare tecniche orafe”.
La crisi generale non sembra spaventare Rossana: “Momenti come questi servono anche per fare un po’ di pulizia. Vince così chi è più bravo e chi ha voglia di continuare a riproporsi”.
La cooperativa – Accanto al suo laboratorio R’Or, Rossana, insieme ad altri due professionisti del settore, ha anche dato vita a una cooperativa sociale al servizio delle oreficerie: “Cooro nasce con l’idea di lavorare come terzisti per diverse aziende. Vengono da noi molti ragazzi appena usciti dalle scuole e possono lavorare per se stessi, oppure vendere attraverso la partita Iva della cooperativa”.
Nel vasto mondo del gioiello Rossana cerca di fornire nuove opportunità a professionisti e semplici appassionati, nonché di creare e organizzare una rete di servizi che consentano a tutti gli operatori di poter gestire la parte strategica del loro lavoro, delegando alla cooperativa l’espletamento della parte non direttamente legata alla loro attività, sia essa di servizio, di supporto o produttiva; anche solo per periodi determinati. L’obiettivo è che tutto ciò avvenga senza compromessi con la qualità e a prezzi competitivi.
Chiunque può associarsi alla Cooro, purché maggiorenne. Associarsi è molto semplice: è sufficiente compilare la scheda di adesione,
firmare il regolamento della Cooperativa e pagare la quota associativa, pari a 1.200 € pagabili in rate da 300 € all’anno
per 4 anni consecutivi. La quota, resta di appartenenza del socio che sarà libero di reclamarla nel momento in cui dovesse lasciare la cooperativa.
“Il nostro mondo – dice l’orafa di Milano – ha subito un drastico calo di preziosità. Molti hanno iniziato a utilizzare acciaio e pietre non adeguate. Noi vorremmo riportare in piazza l’artigianato. In fondo il lavoro non è cambiato negli anni: ci sono molte tecnologie che aiutano, ma non viene mai meno la manualità”.
Il percorso didattico – Si può diventare orafi percorrendo strade molto diverse. Rossana, per esempio, è coordinatrice tecnico di un corso di oreficeria professionale della regione Lombardia: tre anni di scuola, dove ragazzi che hanno appena terminato le scuole media s’iscrivono per affiancare a materie della scuola dell’obbligo, anche quelle tecniche e pratiche dell’oreficeria. Al termine del loro percorso, frequentano anche un tirocinio di due mesi e ottengono un vero e proprio diploma di scuola professionale.
“Se si ha invece qualche anno in più – spiega Rossana – ci si può iscrivere a delle scuole apposite, in cui vengono erogati corsi monotematici, ma altamente specializzati. Io per esempio che mi sono avvicinata tardi a quest’arte, ho frequentato la Scuola Orafa Ambrosiana di Milano e ho seguito corsi di gemmologia, collane, arte oreficeria. Al termine dei laboratori ho ottenuto un diploma per i corsi seguiti”. Rossana, quando ha deciso di diventare orafa, aveva quasi trent’anni: molti ragazzi oggi possono però scegliere di accostarsi a quest’attività già dopo le scuole superiori: “A questo punto ci sono diverse possibilità. Si possono anche frequentare scuole di design come lo Ied, l’istituto europeo del disegn, o la scuola Naba, accademia di belle arti di Milano”.
La situazione è molto eterogenea: “Attraverso Federorafi, la federazione nazionale orafi, argentieri e gioiellieri fabbricanti – racconta Rossana – stiamo cercando d’incentivare una certificazione comune per tutto il Paese. In Europa esiste già un riconoscimento univoco della categoria che identifica in maniera differente le diverse figure che lavorano nelle oreficerie: il commesso, l’operaio, l’artigiano e l’incisore”.
L’identikit del bravo orafo – “Molti ragazzi sono appassionati alle gemme e alle pietre, ma non capiscono finché non arrivano al banco di lavoro la difficoltà della professione. Bisogna stare seduti ore e ore al tavolo. Si devono rispettare gli orari d’apertura e chiusura del negozio ed è davvero un lavoro di sacrificio”.
Per saperne di più – Le scuole La Scuola Orafa Ambrosiana di Milano propone corsi di alta gioielleria, di riparazione del gioiello, d’incisione, incastonatura e tanti altri. www.scuolaorafaambrosiana.com.
Il corso di design del gioiello dello Ied, in lingua inglese ma anche in italiano, dura tre anni e ha valore riconosciuto dal MIUR come Diploma Accademico di I Livello. Si tiene a Milano, Roma, Torino e San Paolo. www.ied.it.
La Naba, nuova accademia di belle arti di Milano propone invece un laboratorio del gioiello sperimentale di progettazione-modellazione con materiali alternativi. Dura 30 ore e ha una frequenza di due sere a settimana. www.naba.it.
Per saperne di più – La cooperativa di Rossana Ricolfi: www.cooro.it.