Il Ministero del Beni, delle attività Culturali e del Turismo ha aperto il bando ‘500 giovani per la cultura’, che offre a giovani laureati un’opportunità di formazione nel settore dei beni culturali. Il bando inizialmente ha suscitato qualche polemica e ora è stato modificato. Vi raccontiamo come e perché, e il parere delle associazioni del settore.
Il bando – Il nuovo bando pubblico legato al settore dei beni culturali propone 12 mesi nell’attività di digitalizzazione e inventariazione del patrimonio culturale italiano presso istituti e luoghi della cultura statali sparsi in Italia. Le candidature dovranno essere inviate entro le ore 14.00 del 21 gennaio 2014. I candidati che supereranno le selezioni riceveranno un’indennità di partecipazione di 5mila euro lordi.
Polemiche – Questo bando ha fatto nascere molte polemiche e il Ministero è stato accusato di creare contratti di formazione che in realtà nasconderebbero lo sfruttamento di giovani laureati. Il ministro Massimo Bray, rispondendo alle polemiche con un post pubblicato sul suo sito, ha affermato che il bando ha lo scopo di formare giovani preparati e di talento in un momento in cui il Mibact in base alle normative vigenti, non può assumere nuovo personale.
La proposta del Ministero, che secondo quanto scritto da Bray avrebbe bisogno di personale in ambito amministrativo e di “lavoratori formati e specializzati”, è stata quindi quella di impegnare 2,5 milioni di euro nella preparazione di laureati offrendogli la possibilità di formarsi nell’ambito del patrimonio culturale italiano. Se volete farvi un’idea della polemica che è nata, basta fare una ricerca su Twitter con l’hashtag #500destini.
Bando definitivo – A seguito delle accese proteste promosse da tutto il mondo dei beni culturali e dell’annuncio di impugnare il bando, il Ministro Bray ha comunque ritenuto di dover modificare i termini del bando, pubblicato il 6 dicembre. Al 16 di dicembre il bando è stato così modificato: è stato portato da 110 a 100 il requisito di voto minimo per accedere alla selezione, eliminato l’obbligo di certificare il livello di competenza linguistica per l’inglese, introdotta la possibilità di un periodo di assenza di 15 giorni per motivi di studio e l’eventualità di sospendere fino a 3 mesi il tirocinio sempre per impegni scolastici.
Ma la modifica più importante è stata quella di ridurre di oltre la metà il numero di ore annue per le attività di formazione, portandole da 1400 a 600.
La risposta delle associazioni – “E’ un chiaro segnale – hanno dichiarato i responsabili delle associazioni di settore – che il bando era scritto male sul piano formale. Ma rimane ferma la nostra contrarietà all’assurda operazione di ‘formazione’. Il Presidente del Consiglio Letta e lo stesso Ministro Bray avevano infatti annunciato un Bando per dare lavoro nei Beni Culturali e non certo per concedere qualche euro a stagisti”.
Secondo le associazioni, tra cui l’associazione italiana degli archeologi, il patrimonio culturale italiano ha bisogno di professionisti qualificati che vedano riconosciuto il proprio ruolo e la propria dignità, “non si può pensare – dicono – di supplire alla carenza di personale del Ministero con tirocinanti e contratti precari: c’è bisogno di nuovo personale tecnico-scientifico che assicuri il ricambio generazionale e l’efficienza nella tutela e nella valorizzazione dei beni culturali”.
“Di questo bando – continuano – non si sentiva affatto l’esigenza, considerata l’esistenza delle scuole di specializzazione in archivistica, archeologia e storia dell’arte ma soprattutto per la disponibilità in Italia di migliaia di specialisti nella catalogazione e archiviazione. Non ha senso formare nuovi catalogatori, se il Mibact è in possesso di lunghi elenchi di professionisti che da anni non ricevono incarichi”.
Manifestazione – Le associazioni hanno così deciso di dar vita ad una manifestazione che si terrà l’11 gennaio dal titolo ‘500 No al Mibact: per la buona occupazione nei Beni Culturali!’ alla quale stanno continuando ad aderire in queste ore associazioni e sigle www.facebook.com. Se invece siete interessati e volete dare un occhio al bando, ecco l’indirizzo: www.beniculturali.it/mibac.