Sulla vicenda dei rider pare esserci una svolta: Just Eat, che è parte di Just Eat Takeaway.com, ha dichiarato che nel 2021 inquadrerà i ciclofattorini come lavoratori dipendenti. E questo grazie a Scoober, modello di delivery che, a quanto spiega l’azienda, è già attivo in diversi paesi europei. Niente più pagamenti in base alle consegne effettuate, ma quello che l’azienda vuole portare avanti è un vero e proprio contratto da lavoratori dipendenti. Un contratto che dovrebbe garantire più vantaggi e tutele, mantenendo anche allo stesso tempo un aspetto tipico di chi fa le consegne a domicilio ossia la flessibilità.
Un passaggio che, come dichiarato dal country manager di Just Eat Italia Daniele Contini a KongNews, “sarà graduale. Durante la fase di sviluppo del modello continueranno a restare attivi i contratti in essere con riferimento al nuovo CCNL Rider ma poi vireremo su un modello completamente dipendente (a partire ed entro il 2021) in linea con la strategia del gruppo e con la volontà di fornire ulteriori tutele e protezioni ai rider. I rider che consegnano con noi avranno la possibilità di scegliere se il nuovo modello con contratto dipendente può fare al caso loro, in base alla loro disponibilità e impegno”.
Ma che tipo di CCNL sarà quello con cui verranno inquadrati? In una intervista che avevamo fatto nel giugno scorso ad Angelo Junior Avelli di Deliverance Milano, collettivo autonomo di fattorini e sindacato sociale autorganizzato, il rider ci spiegava i ciclofattorini aspirano a un CCNL della GDO, ossia la Grande Distribuzione Organizzata o trasporti e logistica. Ma come precisa Contini, “questo e altri aspetti sono ancora in fase di studio. Possiamo dire però che si tratterà di un inquadramento in qualità di lavoratori dipendenti in linea con la normativa e la legislazione italiana. Rispetteremo le tabelle retributive di CCNL già esistenti di riferimento, mentre lavoreremo alla parte organizzativa anche in relazione alle implementazioni tecnologiche necessarie. Sarà garantita la flessibilità legata al tipo di attività in base alla tipologia di contratto, full time o part-time, e sarà introdotta una paga oraria, corrispondente quindi all’intero turno coperto dal rider e non in relazione alle singole consegne, sulle quali invece si valuterà un ulteriore bonus”.
Il guadagno di un rider. Anche se a quanto ammonta la paga oraria da JustEat precisano che “ulteriori dettagli verranno definiti nei prossimi mesi”. Al momento, come ci aveva spiegato Angelo, un rider guadagna tra i 4 e i 5 euro lordi all’ora e senza dimenticare, quanto in questo periodo di lockdown il suo apporto sia fondamentale. Ma, come precisa Contini, su questa decisione il Covid-19 e tutto quello che ne sta conseguendo non c’entra poi tanto. Ci dice infatti il country manager: “La decisione è frutto innanzitutto di un percorso, che da anni stiamo portando avanti come Just Eat per far crescere ed evolvere il mercato del food delivery, continuando a innovare.
Nel 2015 eravamo un marketplace poi negli anni abbiamo introdotto prima un servizio di delivery esterno, poi con rider che consegnano con noi oggi e adesso un nuovo modello che tuteli ancora di più i lavoratori” Una decisione che non è solamente legata all’Italia, ma che, come spiega il country manager, “segue anche la strategia del gruppo recentemente formato Just Eat Takeaway con la fusione e il modello già attivo in altri paesi europei. Vogliamo infatti investire in questo mercato in Italia con un modello in grado di tutelare ulteriormente i lavoratori, ma anche di fornire un servizio migliore e di valore per clienti e ristoranti. Già nel mese di agosto il nostro CEO Jitse Groen comunicò le linee strategica voluta dal gruppo per i paesi Europei, e la volontà di un modello più sostenibile. Non ci sono quindi collegamenti legati alle proteste. È una scelta strategica in cui crediamo e a cui siamo arrivati con i tempi necessari”.
Per gli attuali 3000 rider che lavorano in Italia per JustEat (dati sempre fornitici dall’azienda) il nuovo contratto dovrebbe prevedere differenti tipologia di attività sul territorio. Come si legge nel comunicato stampa: “nelle città più piccole i rider potranno operare con mezzi propri e una fornitura completa di dispositivi di sicurezza, oltre a indumenti brandizzati e zaino per le consegne forniti da Just Eat, nelle città più grandi, come per esempio Roma e Milano, ma non solo, il progetto prevede veri e propri hub a copertura del cuore della città, ove per i rider sarà possibile ritirare e utilizzare, per il proprio turno di lavoro, solo mezzi totalmente sostenibili come scooter elettrici o e-bike di Just Eat, gli strumenti per le consegne come casco, giacca e zaino, e che potranno essere anche luoghi di scambio e incontro. Sempre nelle città più grandi il sistema sarà affiancato inoltre dalla soluzione con rider che operano con mezzi propri, soprattutto nelle aree fuori dal centro e con la possibilità di scegliere in fase di application”.
I servizi di Just Eat. Aggiunge Contini: “Questo approccio consente a Just Eat di fornire un servizio e un’esperienza utente migliori sia per i nostri consumatori, sia per i ristoranti partner che per i rider stessi. Pensiamo sia un valore aggiunto avere rider che consegnino con noi come dipendenti e, soprattutto, completamente tutelati del punto di vista contrattuale”.
Durante la fase di sviluppo del modello in Italia, precisa l’azienda di food delivery, continueranno a restare attivi i contratti in essere con riferimento al nuovo CCNL Rider, con l’obiettivo di approfondire e studiare le migliori soluzioni di applicazione della nuova soluzione in Italia. Nel frattempo, tra le ultime notizie, c’è anche quella che JustEat stia uscendo da Assodelivery, l’associazione che mette insieme le varie realtà di food delivery in Italia e che qualche mese fa aveva approvato insieme a uno dei sindacati dei lavoratori, l’UGL, il contratto per i rider. Contratto che non aveva trovato il favore degli stessi protagonisti. Così è stata comunicata la decisione da Contini: “Il CCNL rider firmato da Assodelivery e UGL ha permesso di aggiungere nuove tutele e protezioni ai rider che consegnano come lavoratori autonomi per questo abbiamo partecipato al lavoro fatto.
Oggi, coerentemente alla nuova strategia del gruppo Just Eat Takeaway.com che punterà ad inquadrare i rider come lavoratori dipendenti, abbiamo deciso di procedere in autonomia uscendo dall’associazione di settore Assodelivery. Dal momento che il passaggio al nuovo modello sarà graduale a partire dal 2021, continueremo momentaneamente ad adottare il CCNL rider per i lavoratori autonomi fino a quando il passaggio al nuovo modello non sarà completato”