Raggiunto il primo accordo per il contratto collettivo aziendale per inquadrare i rider nel CCNL del settore Logistica, Trasporto, Merci e spedizioni: a siglarlo, nella serata del 29 marzo, sono stati Just Eat e le organizzazioni sindacali FILT CGIL, FIT-CISL e UIL Trasporti. Il contratto sarà applicato dall’aziende di food delivery a tutti i rider dipedenti e inserito “nell’ambito dell’implementazione del nuovo modello di business che prevede l’inquadramento dei rider come lavoratori subordinati e che porterà nel corso dell’anno all’assunzione di circa 4.000 rider in tutta Italia”, così si legge nel comunicato stampa inviato dall’azienda.
In cosa consiste l’accordo aziendale? Seguirà quattro linee guida fondamentali per applicare il CCNL “in modo efficace in Italia e regolamentare il settore del food delivery e la categoria
professionale dei rider”. Eccole di seguito.
Sostenibilità. In primo luogo vengono estese ai rider le tutele tipiche del lavoro subordinato (previdenza, sicurezza sul lavoro, ferie, diritti sindacali), e integrati alcuni accorgimenti per rendere compatibile il nuovo assetto contrattuale con quello economico dell’azienda.
Flessibilità. Si procede poi all’insegna della flessibilità – tema che peraltro era venuto fuori dalla manifestazione dei rider venerdì 26 marzo – ossia viene previsto un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato con la previsione di un modello part-time costruito sulle esigenze del lavoratore e la possibilità di usare contratti flessibili entro limiti prestabiliti.
Semplicità. Si legge ancora nel comunicato che “saranno adottate procedure organizzative snelle con l’utilizzo elevato delle tecnologie digitali per la gestione di attività essenziali come la formazione in materia di sicurezza e l’esercizio di diritti sindacali”.
Responsabilità. Altra linea guida è quella che prevede forme e tutele aggiuntive in favore dei rider per garantire standard di protezione migliorativi rispetto a quelli minimi legali come le coperture assicurative aggiuntive e i premi di risultato.
Sì a festività, straordinario, ferie, malattia, maternità e paternità. Nello specifico, il contratto prevede l’applicazione di festività, lavoro straordinario, ferie, malattia, maternità/paternità secondo quanto regolamentato dal CCNL. La retribuzione seguirà le tabelle previste dal CCNL con un compenso orario che di norma non sarà inferiore a 9 euro sino alla maturazione di un’anzianità lavorativa della durata complessiva di due anni.
“A un salario orario di partenza di 8,50 euro si aggiunge infatti il premio di risultato di 0.25
euro a consegna e l’accantonamento del TFR, oltre alle eventuali maggiorazioni per il
lavoro supplementare, straordinario, festivo e notturno. Con diversi regimi orari di part time (da 10, 20 o 30 ore), i turni vengono pianificati mediante un’app dove il rider dà la sua disponibilità per la settimana successiva e Just Eat, considerando la preferenza, procede alla pianificazione della settimana lavorativa”, dice ancora il comunicato stampa diffuso da Just Eat.
Previste indennità di rimborso chilometrico. Interessante anche il fatto che saranno previste indennità di rimborso chilometrico per l’utilizzo del proprio mezzo per le consegne, ciclomotore o bicicletta, e l’applicazione piena e integrale delle norme vigenti in materia di salute e sicurezza e consegna di tutti i DPI previsti dalla normativa vigente, dotazioni di sicurezza gratuite fornite da Just Eat come casco, indumenti ad alta visibilità e indumenti antipioggia e zaino per il trasporto del cibo, oltre a
igienizzanti e mascherine anti-Covid.
Inoltre, in aggiunta alle coperture assicurative fornite dagli istituti di previdenza ed
assistenza pubblici (INPS e INAIL) a tutti i dipendenti sarà fornita un’assicurazione nel caso
si verifichi un incidente grave sul lavoro. Questo piano, ci dicono da Just Eat, è già attivo in oltre 139 città, in Italia è stato avviato nella città di Monza con l’inserimento dei primi 40 lavoratori, e sono previste altre 22 città italiane per un totale di oltre 4.000 rider assunti.
Il parere di Just Eat. “Siamo soddisfatti del risultato positivo che testimonia la comune volontà di approcciare in modo costruttivo e sostenibile un settore in crescita a vantaggio di tutti gli attori di
questa industry: rider in primis ma anche ristoranti e operatori come Just Eat”, ha commentato
Daniele Contini, Country Manager di Just Eat in Italia. “È stato fatto un grandissimo lavoro da entrambe le parti di dialogo, ascolto e comprensione delle reciproche esigenze, e grazie alle linee guida concordate, oggi vengono garantite ai rider ulteriori tutele e sicurezza e alla nostra realtà la compatibilità del nuovo CCNL del settore Logistica, Trasporto, Merci e Spedizione con l’assetto economico dell’azienda, e quindi la conseguente sostenibilità dell’industry” ha precisato Davide Bertarini, Responsabile del Business Delivery di Just Eat in Italia.
Il parere dei rider: contentezza, ma resta aperta la questione per altri food delivery. E sul gruppo Facebook di Deliverance Milano si vede come questa è indubbiamente una buona notizia: “Oggi per la prima volta in Italia, una multinazionale del delivery sigla un contratto, dopo una negoziazione avvenuta tra tutte le parti sociali, avviando un processo che porta la figura del fattorino all’interno del Contratto Collettivo Nazionale della Logistica, Trasporti, Merci e Spedizioni riconoscendo piene tutele alle lavoratrici e ai lavoratori dell’azienda, che saranno tutti assunti finalmente con un contratto di lavoro vero diventando dipendenti”.
E ancora: “Vigileremo sul contratto e sulla sua applicazione nei vari processi aziendali battendoci per il suo rispetto e miglioramento. Dalle strade come ogni altra volta partiremo, dalla base e dal basso, come abbiamo sempre fatto. Siamo fieri di poter dire che da un regolamento aziendale proposto all’inizio del confronto su livelli salariali in linea con un Contratto Collettivo Nazionale dei Multiservizi siamo riusciti ad ottenere miglioramenti sostanziali Aspettiamo notizie anche da Assodelivery a questo punto, perché non dimentichiamo che c’è un tavolo di negoziazione in sospeso con Glovo, Deliveroo, Uber Eats e Social Food sul tema della salute e la sicurezza sanitaria dei lavoratori e una contrattazione da affrontare su tutele e diritti. E noi non ci tireremo certo indietro, aspettando anche notizie dal Ministero del Lavoro e dal Parlamento Europeo”.