Il silenzio assordante di questi giorni da parte del Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo e dei Sottosegretari presenti al tavolo della trattativa con Jabil la scorsa settimana è un chiaro segnale che hanno gettato la spugna ed abbandonato definitivamente i lavoratori al proprio destino.
Dopo la rottura delle trattative con la multinazionale Jabil lunedì notte, il Ministro Catalfo ci aveva detto che il giorno successivo avrebbe convocato il Cda di Jabil poiché intollerabile offendere in quel modo le istituzioni italiane, ignorando le leggi. Siamo ancora in attesa. Sono passati 4 giorni ma quella convocazione non è mai arrivata. Noi però non molliamo e non lasciamo sole le lavoratrici e i lavoratori della Jabil di Caserta. Continuiamo ad essere al loro fianco fino a quando non si troverà una soluzione.
Ministro e governo, forse non hanno chiara l’entità di questa vertenza in una zona con un alto tasso di disoccupazione come l’Agro aversano e dove ogni posto di lavoro rappresenta un argine alla criminalità organizzata. Siamo davanti ad una vertenza drammatica che interessa, non solo 190 lavoratori ma anche tutti i 540 lavoratori in forza nel sito casertano di Marcianise che dal 25 maggio scorso sono sprovvisti di tutti gli ammortizzatori sociali che gli consentivano di avere il reddito minimo per sopravvivere. Stiamo parlando di 540 lavoratori con le loro famiglie che non possono essere trattate in questo modo scellerato da parte dell’azienda, che ignora le leggi italiane.
Un governo che si rispetti non si lascia prendere in giro in questo modo da una multinazionale, tra l’altro, in un contesto sociale ed economico sempre più complesso con la pandemia che ha ulteriormente compromesso la situazione. Dopo il fallimento del Ministro del Lavoro, ora chiediamo al premier Conte d’intervenire con un’azione immediata, concreta e risolutiva nei confronti di Jabil.
L’azienda deve immediatamente ritirare i licenziamenti e sedersi al tavolo negoziale per trovare una soluzione che ricollochi e dia prospettive occupazionali a tutti i lavoratori e alle loro famiglie.