San Francisco – Il valore delle startup europee è complessivamente stimabile in 36 miliardi di dollari, mentre quello delle cugine a stelle e strisce raggiunge 1,773 triliardi. La distanza tra nuovo e vecchio continente resta ancora ampia ma gli ingredienti per confrontarci e capire come migliorare ci sono tutti. A partire dalla Startup Europe Partnership, la piattaforma che intende fare da ponte tra le migliori startup europee e le grandi imprese.
“L’Italia ha talento tecnologie da valorizzare in Silicon Valley. Attraverso eventi come questo stiamo facendo passare il messaggio che l’Italia è un paese in cui gli americani possono investire. La rete degli italiani in Silicon Valley è un asset importante per il nostro paese”. Con queste parole il Console Italiano a San Francisco Mauro Battocchi ha aperto il 4 marzo scorso (1:00 del mattino in Italia) l’edizione 2014 dell’Italian Innovation Day, organizzata dalla fondazione Mind the Bridge in collaborazione con il Consolato Italiano a San Francisco e Camera di Commercio di Roma e ospitata al famoso Computer History Museum di Mountain View.
Una scommessa, quella sull’Italia e sull’intero continente europeo, che è stata un po’ il leit motiv di tutto l’evento, a partire dalla presentazione del programma Startup Europe Partnership fino allo showcase di 8 progetti della nuova generazione di artigiani digitali europei, che ha visto premiata Sensoria, famiglia di indumenti intelligenti sviluppati da Heapsylon.
Ma perché un evento in Silicon Valley durante il quale presentare le iniziative imprenditoriali più interessanti che stanno emergendo in Italia e in Europa? “Non per dirci quanto siamo bravi, né per tornare a casa con degli assegni. Ma per confrontarci con l’ecosistema più avanzato al mondo e capire quali sono i punti di debolezza su cui lavorare e i punti di forza che, nonostante tutto quello che si dice, abbiamo – ha commentato Marco Marinucci, founder e direttore esecutivo di MTB, aprendo i lavori – Questo è il fine dell’Italian Innovation Day così come dei programmi che come Mind the Bridge gestiamo a San Francisco, dalla Startup School all’Angel Investing Program e all’Executive Intrapreneurship Program: solo questo può servire a migliorarsi sempre”.
Istantanea ben riprodotta dalla lettura dei dati di confronto USA/Europa esposti da Alberto Onetti, Chairman della fondazione: “Il valore delle startup europee è complessivamente stimabile in 36 miliardi di dollari mentre quello delle cugine a stelle e strisce 1.773 triliardi. Questo dato evidenzia in modo impietoso la distanza tra nuovo e vecchio continente e ci dice che le grandi imprese tecnologiche, salvo qualche rara eccezione come Skype, Rovio, Spotify, Soundcloud, Zalando, Yoox o King.com, non vivono qui. Però resto ottimista”.
Oggi, in Europa come in Italia, a differenza di anche solo cinque anni fa, si registra infatti un ecosistema startup che comprende, oltre alle aziende stesse, anche incubatori, acceleratori, business angel, fondi, crowdfunding. Tutti ingredienti utili a far “lievitare” la torta dell’economia.
“Si tratta solo di trovare una ricetta per metterli insieme e la ricetta che abbiamo individuato con Startup Europe Partnership, il programma che la Commissione Europea ha affidato alla guida di Mind the Bridge, è quella di una piattaforma che faccia da ‘ponte’ tra le startup europee più interessanti e le grandi imprese – ha proseguito Alberto Onetti – Grandi imprese che vogliano comprare e distribuire prodotti e servizi da startup, investire in tecnologie innovative e, in alcuni casi, acquisire startup. Orange, Telefonica, BBVA hanno già aderito; altre se ne aggiungeranno. Se funziona, come siamo convinti, in qualche anno avremo anche dalla nostra parte delle startup in grado di competere a livello globale”. Il tutto con il supporto pieno della Commissione Europea, come confermato da Isidro Laso Ballestreros in collegamento video da Brussels.
E se è vero, come sottolineato da Enrico Moretti – Professor of Economics alla University of California di Berkeley e autore del best seller “The Geography of Jobs” – che “per ogni posto di lavoro del settore tecnologico che si crea in città se ne generano altri 5 non-tech”, al momento la sfida per l’Italia e l’Europa è quella di creare nuove imprese high tech che sappiano crescere: “Il successo economico delle nazioni dipende dal posto in cui aziende e lavoratori high-tech decidono di localizzarsi”, ha concluso Moretti. Tema al centro del panel da lui moderato con ospiti Fernando Napolitano (Italian Business Investment Initiative), Steve J. Luczo (CEO di Seagate) attirato da investimenti low-tech in Italia, John Hartnett (SVG Partners) e Domenico Arcuri (Invitalia).
Proprio da Arcuri è arrivata la definizione di un’Italia “Bella Addormentata” che necessita “di essere svegliata da un bacio” attraverso programmi di governo che attraggano business e investimenti nel nostro paese. Ma anche attraverso progetti e aziende ad alto contenuto tecnologico e di innovazione, come quelli presentati dagli 8 Makers invitati all’evento, grazie anche al supporto di Riccardo Luna e Maker Fair Roma: Sensoria, W_Lamp, Hands, DQuid, Off Grid Box, OSVehicle, MakeTank, Makoo Jewels .
Tra tutti, premiato Sensoria Fitness, membro della famiglia di indumenti intelligenti sviluppati da Heapsylon, startup fondata da Davide Viganò con sede a Redmond (WA, USA): per l’azienda presto un’intervista a tutta pagina sulla rivista Make Magazine, presente all’evento con il suo direttore Esecutivo Mike Senese. Sensoria Fitness è un calzino intelligente in grado di rilevare pressione e forza del piede e di comunicare i dati relativi a tipologia e livello di attività, analisi semplificata dell’andatura e tanto altro ancora. I calzini sono infatti attraversati da sensori tessili e accoppiati con una cavigliera elettronica che non solo tiene traccia di passi, velocità, calorie, altitudine e distanza, ma va ben oltre, monitorando cadenza, tecnica di appoggio del piede e distribuzione del peso nel momento in cui una persona li indossa e va a fare una passeggiata o una corsa.Una vision aziendale che Heapsylon racchiude nella frase “L’indumento è il computer” e che porta avanti attraverso la progettazione e lo sviluppo di soluzioni body-sensing che migliorano la vita delle persone.
Una generazione, quella dei Makers, che attraverso la fusione delle competenze artigianali con la tecnologia può rappresentare davvero una nuova leva di sviluppo per l’economia del nostro paese e dell’Europa intera. A patto che questo nuova rotta venga perseguita con passione a talento, come nei progetti presentati da Francesca Mazzocchi di CNA Toscana, e fin dall’infanzia, come segnalato da Tony DeRose (Pixar Animation Studios) durante la presentazione del programma Maker Education: “I bambini non lo considerano una scuola – ha concluso DeRose – ma imparano qualunque cosa possa aiutarli a capire come realizzare i loro progetti”.