Istituto Italiano Design (IID), dinamica realtà partita da Perugia ed arrivata in poco tempo a Shanghai (dove ha instaurato una filiale nel 2018), costruendosi una reputazione internazionale di grande spessore (classificato nellatop10 italiana e top 25% mondiale dal prestigioso Ranking “Times Higher Education” di Londra), chiama a gran voce i Professionisti del mondo del Design, per condividere storie di ispirazione per i propri studenti e non solo!
IID era partito già dal maggio 2020, ospitando una serie di interviste con personalità di spessore quali Riccardo Mascambruno (Head of Sales Dior Parfum), Alessia Ventura (Wholesale Area Manager CELINE) e addirittura da Seattle – USA Yannis Paniaras (Design Manager per Microsoft). Questo nuovo anno accademico non poteva iniziare allo stesso modo: già lo scorso 19 dicembre IID aveva ospitato Ilaria Vitali, Fashion Designer per la nota casa di moda Trussardi.
Gli incontri gratuiti continuano in diretta sul canale Facebook “Istituto Italiano Design”. Lo scorso venerdì 12 febbraio IID ha ascoltato l’esperienza professionale e personale di Arianna Vinti, Business Developer per FATOR e precedentemente Manager per multinazionali del lusso, da MaxMara al gruppo LVMH, specializzata nel mercato asiatico. Di seguito si riporta un estratto di intervista, tenuta dal Docente IID e Responsabile Digital Marketing Listone Giordano Nicola Palumbo, esperto conduttore per Radiofonica e Radio Design.
Prossimi incontri. In pianificazione altre sessioni di approfondimento con personalità ispiranti, finalizzati a stimolare le giovani e creative menti del futuro!
Istituto Italiano Design propone: una chiacchierata con Arianna Vinti
Nicola Palumbo, docente, e Benedetta Risolo, relazioni internazionali accolgono nel campus virtuale dell’Istituto Italiano Design Arianna Vinti, Business Developer per FATOR e precedentemente Manager per multinazionali del lusso, da MaxMara al gruppo LVMH, specializzata nel mercato asiatico.
Partiamo da dove ha cominciato. Arianna proviene da studi di stampo classico dopo i quali, in accordo e anzi supportata dai genitori, decide per un anno sabbatico nell’ottica di scegliere consapevolmente quel corso di studi che la indirizzerà poi in tutta la sua carriera: Relazioni Internazionali, a Perugia. Da sempre affascinata dalla cultura asiatica e sapendo dei rapporti commerciali internazionali della Brunello Cucinelli SpA, Arianna porta proprio lì il curriculum e, proprio lì ha inizio la sua carriera.
È visual merchandiser, “ruolo – dice – di estrema importanza, perché il visual è colui che prepara l’aspetto estetico direttamente per il cliente”. Rigore, metodo e disciplina, questo il trinomio di virtù ed insegnamenti che per Arianna diverranno fondamentali in ogni aspetto del suo lavoro. Nel 2013, poi, arriva l’occasione con Patrizia Pepe, occasione non solo di crescita professionale ma anche e soprattutto personale, anche se la sua ambizione è davvero molto prorompente. Esatto, Arianna bussa – letteralmente – alla porta della proprietà proponendo di poter ricoprire un ruolo di maggior rilievo, con il solo scopo di poter conoscere da più vicino il prodotto e, quindi, la richiesta e l’esigenza del compratore.
Ma sarà poi la proposta di Max Mara a dare ad Arianna lo slancio professionale.
“La posizione che mi proponevano – racconta – era LA posizione, perché non solo mi spettava vivere il mercato e conoscerne le peculiarità anche in relazione al cliente, ma soprattutto dovevo fare tutto ciò… in Cina!”. Quello in Cina era l’unico punto di contatto con la “casa-base” a Reggio Emilia, e tutto sulle spalle della stessa persona: proprio Arianna. Lei racconta come il percorso, nonostante le difficoltà culturali e linguistiche, le ha permesso di crescere significativamente, a livello professionale e personale. Poi la volta di Hong Kong per DFS – Duty Free Shopping, dove le viene affidata la gestione di altrettanti importanti brand, come Fendi e Bottega Veneta.
“Era un ottimo posto di lavoro, avevano una policy interna molto meritocratica e gerarchizzata, oltre che internazionale”.
Quali sono le differenze tra il cliente cinese e quello di Hong Kong?
Ad Hong Kong hanno un modo di vestire molto occidentalizzato, la clientela è simile a quella europea; gli piace una vestibilità vicina al maschile, non per forza femminile tradizionale come la conosciamo. In Cina, invece, il cliente è molto raffinato; anche quando acquista grandi marchi, non ha lo scopo di “strafare”. Penso che, in ogni caso, gli orientali manterranno sempre la propria connotazione, anche se la moda continuerà ad evolversi. Dopotutto la moda è sì gusto e tutto ciò che vi è connesso, ma è anche utilitaria.
Arriva però un richiamo personale ed affettivo di stampo europeo, e Arianna decide di rimpatriare (più o meno). È aprile 2019 quando diviene Business Developer di FATOR, giovane azienda di costruzioni il cui principale cliente è IKEA.
“Quando l’azienda è giovane, per procacciare nuovi clienti è necessario puntare moltissimo sui contenuti.”, spiega “Gucci non ha bisogno di grandi presentazioni, diversamente da FATOR, ancora giovane e poco nota”.
Che differenze hai riscontrato rispetto all’approccio asiatico e quello portoghese?
Beh, in Asia si parla proprio di rigore, si sa come sono, estremamente metodici. Dove sono ora l’approccio è molto affine a quello italiano, meno rigido, più flessibile.
Quali caratteristiche dovrebbe avere – secondo te – la figura del Merchandiser? Che consiglio ti senti di dare ai giovani che hanno le tue stesse aspirazioni?
Il merchandiser deve assolutamente capire gusto ed esigenze del consumatore; deve svolgere un lavoro preciso e metodico, soprattutto in ambito di analisi di mercato, per conoscerne il trend. In Cina, ad esempio, con i clienti serve mescolare ed equilibrare rigore e dolcezza; i cinesi sono molto efficienti ma spesso pigri, vanno motivati con formule nuove e stimolanti. L’italiano invece è spesso l’opposto: ha un ottimo gusto, ma è invadente e “caciarone”. Penso sia necessario trovare un punto di equilibrio tra i due modi d’essere. Un consiglio? Mh. Non perdere, né farci togliere, la passione. È solo la passione che ci fa andare avanti e ci fa lavorare al meglio. Bisogna seguire le proprie passioni fino infondo senza porci dei limiti. Ma soprattutto bisogna essere curiosi, la curiosità è l’ABC; e poi sia flessibilità che rigidità, servono entrambi assolutamente in egual misura. Ma più di tutto curiosità e passione. Mi ripeterò, ma mi hanno portata dove sono oggi. Io amo il mio lavoro.
Contributo a cura di Vittoria Epicoco.