In un anno (febbraio 2021 rispetto a febbraio 2020) la diminuzione degli occupati – pari a 945 mila unità – ha riguardato uomini, donne, lavoratori dipendenti, autonomi e tutte le classi d’età. Parallelamente sono cresciuti i disoccupati (+21 mila) e, soprattutto, gli inattivi, di oltre 700mila unità.
Rispetto a febbraio 2020, il tasso di occupazione è più basso di 2,2 punti percentuali e quello di disoccupazione è più alto di 0,5 punti. Sono i nuovi dati diffusi dal’Istat sul mercato del lavoro che sono influenzati da un sostanziale cambiamento nella metodologia di calcolo di occupati e disoccupati per effetto dell’entrata in vigore di un Regolamento europeo del 2019. Per calcolare i numeri attraverso l’impiego del nuovo metodo, infatti, l’Istituto si statistica aveva saltato la pubblicazione dei dati relativi al mese di gennaio che sono quindi usciti insieme all’aggiornamento di febbraio mese in cui, quest’ultimo, gli occupati sono sostanzialmente stabili rispetto a gennaio, mentre scendono lievemente i disoccupati e gli inattivi.
Sempre a febbraio rispetto a gennaio 2021 l’occupazione è stabile sia tra le donne sia tra gli uomini, cresce tra i dipendenti permanenti e gli under 35, mentre scende tra i dipendenti a termine, gli autonomi e chi ha almeno 35 anni. Stabile anche il tasso di occupazione, pari al 56,5%. A febbraio il calo del numero di persone in cerca di lavoro (-0,3% rispetto a gennaio, pari a -9mila unità) riguarda gli uomini e gli under50, tra le donne e le persone con 50 anni o più si osserva un leggero aumento. Il tasso di disoccupazione scende al 10,2% (-0,1 punti) e tra i giovani al 31,6% (-1,2 punti). Diminuisce lievemente anche il numero di inattivi (-0,1% rispetto a gennaio, pari a -10mila unità) per effetto, da un lato, della diminuzione tra le donne e chi ha almeno 25 anni e dall’altro della crescita tra gli uomini e i 15-24enni. Il tasso di inattività è stabile al 37,0%.
Il livello dell’occupazione nel trimestre dicembre 2020-febbraio 2021 è inferiore dell’1,2% rispetto a quello del trimestre precedente (settembre-novembre 2020), con un calo di 277mila unità. Sempre nel trimestre aumentano sia le persone in cerca di occupazione (+1,0%, pari a +25mila), sia gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+1,3%, pari a +183mila unità).
Le ripetute flessioni congiunturali dell’occupazione – registrate dall’inizio dell’emergenza sanitaria fino a gennaio 2021 – hanno determinato un crollo dell’occupazione rispetto a febbraio 2020 (-4,1% pari a -945mila unità). La diminuzione coinvolge uomini e donne, dipendenti ( 590mila) e autonomi ( 355mila) e tutte le classi d’età. Il tasso di occupazione scende, in un anno, di 2,2 punti percentuali.
Nell’arco dei dodici mesi, crescono le persone in cerca di lavoro (+0,9%, pari a +21mila unità), ma soprattutto gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+5,4%, pari a +717mila).
“I dati Istat diffusi oggi sono estremamente allarmanti. Nonostante il blocco dei licenziamenti, in un anno si registrano 945mila occupati in meno rispetto all’anno scorso. Il numero di inattivi è particolarmente impressionante, con oltre 700mila persone in più che nemmeno cercano un’occupazione”. Lo dichiara la capogruppo di LeU al Senato Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto. “In questa situazione garantire subito nuovi sostegni in grado di raggiungere tutti, sia chi ne ha bisogno per sopravvivere sia le aziende che devono poter dare lavoro è essenziale. Ma i dati di oggi ci dicono che i sostegni non bastano. Bisogna accelerare il rilancio, far sì che il Pnrr entri in funzione immediatamente e crei nuove opportunità di lavoro. Il governo e il Parlamento devono muoversi in fretta perché in tutta evidenza non c’è più molto tempo a disposizione”, conclude De Petris.