Il 41% dei docenti italiani cambierebbe lavoro. La maggior parte di loro pensa di non essere valorizzato abbastanza né sul piano economico né su quello professionale e sociale, e ritiene che i cento euro lordi di aumento non siano sufficienti. È quanto emerge da un sondaggio online realizzato dal sindacato ‘Gilda degli Insegnanti’ tra il 16 al 23 marzo, a cui hanno risposto 3.508 docenti.
Alla domanda ‘se lascerebbero il lavoro, visti i carichi e le condizioni attuali’, il 41,7% ha risposto sì, il 41,3% no, mentre il 16,9% non sa. E sul rinnovamento del contratto, scaduto da 38 mesi, che prevede anche un aumento di 100 euro lordi, il 92,9% si è dichiarato insoddisfatto. Il 92%, inoltre, non è d’accordo sull’attività di formazione obbligatoria svolta fuori dall’orario di lavoro e senza retribuzione.
In merito agli scatti di anzianità, oggi l’unico modo per l’avanzamento di carriera, il 52,8% del campione ritiene che sia ancora un sistema valido. Un dato confermato dalla sempre più insistente rivendicazione da parte dei docenti dello scatto del 2013 ancora ‘congelato’. Inoltre il 48,2% ritiene che l’avanzamento di carriera non debba essere legato al merito, il 41,2 sì, il resto non lo sa. Per il 60% degli insegnanti le differenze di stipendio non dovrebbero dipendere dalle classi di merito, distinguendo per esempio tra junior, senior ed esperto.
I docenti si sentono molto orgogliosi del loro ruolo, tanto che alla domanda su una possibile area di contrattazione separata, il 65,9% risposto sì, il 12,7 no, il 21,4 non lo so. “Un cavallo di battaglia della Gilda, quello dell’area contrattuale separata, sostenuto proprio per valorizzare le diverse figure professionali interne alla scuola e allontanare dall’insegnamento la deriva impiegatizia”, rivendica la Gilda nella nota inviata alla stampa.
Per creare maggiore democrazia, equità e trasparenza nella vita scolastica, secondo il 50,7% degli oltre 3mila docenti che hanno partecipato al sondaggio, bisognerebbe istituire un organo come il Consiglio Superiore della Docenza. Stessa percentuale di consensi alla proposta di elezione del dirigente scolastico da parte degli insegnanti.
Infine, secondo il 62,3%, non è corretto attingere dal fondo di istituto i compensi per pagare lo staff che supporta la dirigenza. “Nonostante le mortificazioni e i crescenti carichi burocratici- commenta il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio- la maggior parte della categoria resta orgogliosa della propria professione e chiede con forza un’area contrattuale specifica per contrastare la deriva impiegatizia. Ci auguriamo che finalmente un Governo illuminato, invece di continuare a riformare programmi e ordinamenti, si adoperi per valorizzare seriamente la professione docente”.
– Agenzia DiRE –