Su 13,1 milioni di dipendenti privati non agricoli solo il 21,7%, cioè poco più di 2,84 milioni, ha un impiego nelle regioni del Sud e nelle Isole. E’ questo il quadro che emerge dall’Osservatorio dell’Inps sul lavoro dipendente riferito al 2018. Nelle regioni del Sud – spiega l’Inps – lavorano 2.015.914 dipendenti privati mentre nelle Isole ce ne sono 826.496. Pur essendo aumentato il numero dei dipendenti nell’area di circa 46.000 unità (+1,65%) la percentuale rispetto al totale dei dipendenti italiani è scesa rispetto al 2017 quando era al 21,9%.
I dati. Complessivamente – sottolinea l’Inps – i dipendenti privati sono aumentati del 2,5% sul 2017. Secondo l’Osservatorio, il numero di dipendenti privati (esclusi agricoli e domestici) con almeno una giornata di lavoro nell’anno è stato di 15.713.289 unità (+2,6% rispetto al 2017), con una retribuzione media di 21.530 euro e una media di 243 giornate retribuite. I lavoratori in media 2018 a tempo indeterminato sono stati 10.537.903, in calo rispetto al 2017 dello 0,35%.
I dipendenti in somministrazione. Nel 2018 – prosegue l’Inps – il numero medio di lavoratori dipendenti in somministrazione è stato pari a 405.716 (+10,6% rispetto al 2017). Il mese di luglio, con 434.118, è stato quello con il maggior numero di lavoratori. Dall’analisi della serie storica mensile dal 2012 al 2018, dopo una sostanziale stabilità nei primi due anni, si osserva da gennaio 2014 un andamento crescente che si accentua ancor di più nel 2017 in coincidenza dell’eliminazione dei voucher.
La variabile territoriale. Nel 2018 – continua l’Inps – il 39,3% del numero medio di lavoratori dipendenti in somministrazione lavora nel Nord-ovest, seguono il Nord-est con il 29,5%, il Centro con il 17,7%, il Sud con il 10,8% fino al 2,6% nelle Isole.
I dipendenti intermittenti. Nel 2018 – emerge dall’Osservatorio – il numero medio di lavoratori dipendenti intermittenti è stato pari a 235.224 (+19,9% rispetto al 2017). Il mese di giugno, con 259.609, è stato quello con il maggior numero di lavoratori. Tutti i mesi del 2018 – aggiunge l’Inps – risultano in forte aumento rispetto al 2017 con la punta massima nel mese di gennaio (+74,1%). Non si rilevano differenze significative nella distribuzione per genere, sia nel 2017 sia nel 2018.
I lavoratori pubblici. Nello stesso anno, il numero medio mensile di lavoratori pubblici è stato pari a 3.326.283 (-0,1% sul 2017). – aggiunge l’Inps – I lavoratori pubblici con almeno una giornata retribuita nell’anno sono stati 3.583.175 (+0,6% sul 2017), con una retribuzione media di 32.968 euro, in crescita del 3,1% per effetto dei rinnovi dei contratti 2016-2018 nei vari comparti del pubblico impiego. Il numero medio di giornate retribuite si attesta a 287. Il comparto con più dipendenti è la scuola con 1,15 milioni di lavoratori in media 2018.
Operai agricoli dipendenti. Il numero di aziende che occupano operai agricoli dipendenti – rileva l’Osservatorio – è passato da 188.016 dell’anno 2017 a 187.629 del 2018, registrando un lieve decremento pari a -0,2%, in controtendenza con il 2017, mentre dal 2013 al 2016 il numero di aziende è diminuito complessivamente di-1,9%. A livello regionale, nell’ultimo anno, il maggior decremento in percentuale si registra in Calabria con un -4,9%, mentre tra le regioni in controtendenza, si evidenziano il Trentino Alto Adige (+15,9%) e l’Abruzzo (+6,6%).
Enti dipendenti pubblici. La maggior parte degli enti sia collocata al Nord e in particolare nel quadrante ovest (circa il 37%). A livello regionale circa un terzo (il 33,7%) è concentrato nella Lombardia e nel Piemonte. Ciascuna tra Valle d’Aosta, Umbria, Basilicata e Molise non supera il 2% e insieme arrivano a “pesare” appena il 4,6%. Nel Lazio a fronte di un numero di enti pari al 6% vi è una concentrazione dei monti retributivi e delle giornate retribuite rispettivamente del 53,9% e del 55,9%. Il Lazio – conclude l’Inps – insieme alla Lombardia e alla Toscana presenta anche il rapporto più piccolo (meno del 3%) tra enti di diritto pubblico ed enti di diritto privato. I rapporti più alti, invece, si registrano per la Sardegna (28,6%), Calabria (18,3%) e Basilicata (16,9%).