Nel quarto trimestre del 2019 si registra un lieve incremento del numero dei certificati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente sia per il settore privato (+2,6%) che per il settore pubblico (+1,1%). A livello territoriale per entrambi i settori l’incremento risulta più consistente al Nord: +3,8% per il settore privato, +4,5% per il settore pubblico. E’ quanto emerge dall’Osservatorio Inps sul Polo unico di tutela della malattia.
I dati. Nel mese di dicembre 2018, – spiega l’Inps – il numero di lavoratori dipendenti interessati al controllo d’ufficio dello stato di malattia da parte dell’Inps è stato di 14,3 milioni di cui 3,3 nel settore pubblico (polo unico) e 11,0 nel settore privato (assicurati). Nel settore privato all’aumento del numero dei certificati corrisponde un aumento meno che proporzionale del numero dei giorni di malattia (+0,8%), nel settore pubblico, invece, al lieve incremento dei certificati (+1,1%) corrisponde una diminuzione dei giorni di prognosi dello 0,8%.
La percentuale dei lavoratori con almeno un giorno di malattia sul totale dei lavoratori rimane stabile al 18% per i lavoratori del settore privato e subisce un lieve incremento per quelli del settore pubblico passando dal 22 al 23% tra il IV trimestre 2018 e lo stesso periodo del 2019. Stabile anche il numero medio dei certificati dei lavoratori sia nel settore pubblico che in quello privato (3 certificati ogni 10 lavoratori per il settore privato e 4 per ogni 10 lavoratori nel settore pubblico).
Il confronto. Si precisa che qualsiasi confronto sul numero di certificati tra il settore pubblico e privato va sempre interpretato tenendo conto della diversa struttura per età dei lavoratori e della diversa normativa di riferimento. Il numero medio di giornate di malattia per lavoratore con almeno un giorno di malattia è – rileva l’Inps – in lieve diminuzione sia per il settore privato (da 10,3 nel 2018 a 10,2 nel 2019) che per il settore pubblico (da 9,1 nel 2018 a 9,0 nel 2019).
L’attività di verifica dello stato di malattia. Nel quarto trimestre 2019 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, – prosegue l’Inps – si registra un incremento del numero di visite sia per il settore pubblico del Polo unico (+8,7%) che per il settore privato (+9,2%). In termini relativi, per il quarto trimestre 2019 si conferma la notevole differenza del numero di visite mediche del settore pubblico rispetto a quello del settore privato (rispettivamente 109 e 37 ogni mille certificati); da un confronto tendenziale emerge che nel quarto trimestre 2019 il numero medio di visite è in lieve aumento per entrambi i settori.
Il tasso di idoneità – commenta l’Inps – misura il numero di visite con esito idoneità al lavoro rispetto al numero di visite effettuate: per il quarto trimestre 2019 ogni cento visite effettuate nel pubblico, 32 risultano con esito di idoneità, contro 17 nel privato. Da un confronto tendenziale, nello stesso trimestre del 2019 si registra una leggera diminuzione del tasso di idoneità per entrambi i settori. Altro indicatore importante nel valutare gli effetti delle visite è il tasso di riduzione della prognosi che misura il numero di visite con riduzione della prognosi rispetto al numero di visite effettuate. Tale indicatore risulta essere basso e in diminuzione per entrambi i settori; in particolare, il tasso riscontrato nel settore pubblico pari a 1,3, è circa la metà di quello riscontrato nel settore privato.
Il numero medio di giorni di riduzione prognosi nel quarto trimestre 2019 risulta essere per entrambi i settori pari circa a 5 giorni. Da un confronto tendenziale si rileva che per i lavoratori privati tale numero medio è in leggera diminuzione mentre per quelli pubblici appartenenti al Polo unico rimane stabile (4,7 giorni). Nel settore pubblico le visite sono effettuate soprattutto su richiesta dei datori di lavoro, solo il 18% (27.973) sono disposte d’ufficio e anche il tasso di idoneità è molto diverso nelle due fattispecie: 37 ogni 100 visite richieste dal datore di lavoro contro 12 ogni 100 visite disposte d’ufficio. Nel settore privato, invece, – conclude l’Inps – si osserva una proporzione inversa con il 67% (89.064) delle visite mediche di controllo disposte d’ufficio.