Nei primi undici mesi del 2019 le assunzioni, riferite ai soli datori di lavoro privati, sono state 6.667.000. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente sono aumentate le assunzioni con contratti a tempo indeterminato, di apprendistato, stagionali e intermittenti; risultano invece in contrazione le assunzioni con contratti a tempo determinato e in somministrazione. E’ il dato diffuso dall’Osservatorio Inps sul precariato.
I dati. Nel periodo gennaio-novembre 2019 rispetto al corrispondente periodo 2018 – fa notare l’Inps – vi è stato un netto incremento delle trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato, passate da 463.000 a 653.000 (+190.000, +41,1%); in crescita risultano anche le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo (passate da 60.000 a 76.000: +25,5%).
Le cessazioni nel complesso sono state 6.154.000, – rileva l’Istituto – in diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: la riduzione ha riguardato le cessazioni di contratti in somministrazione e di rapporti a termine; in crescita risultano invece le cessazioni di rapporti con contratto intermittente, stagionale, in apprendistato e a tempo indeterminato.
Il confronto. Nel periodo gennaio-novembre 2019, 99.482 rapporti di lavoro (53.927 assunzioni e 45.555 trasformazioni a tempo indeterminato) hanno usufruito dei benefici previsti dall’esonero triennale strutturale per le attivazioni di contratti a tempo indeterminato di giovani fino a 35 anni (legge n. 205/2017), valore in diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-7,9%). I rapporti incentivati – commenta l’Inps – costituiscono il 5,1% del totale dei rapporti a tempo indeterminato attivati (assunzioni + trasformazioni).
La variazione dello stock. Su base annua il saldo consente di misurare la variazione tendenziale dello stock di rapporti di lavoro. Il saldo annualizzato a novembre 2019 (vale a dire la differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi) – spiega l’Inps – risulta positivo, pari a +176.000, inferiore a quello registrato in tutti i 12 mesi precedenti nonché a quello registrato alla fine di novembre 2018 (+368.000). Il trend occupazionale, pertanto, pur rimanendo tuttora positivo, risulta in decelerazione.
Prosegue la netta differenziazione, emersa fin dagli inizi del 2018, – sottolinea l’Inps – fra andamento dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato da un lato e andamento dei rapporti a tempo determinato dall’altro: infatti il saldo annualizzato dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato è passato da +109.000 (11/2018) a +383.000 (11/2019) mentre quello dei rapporti a tempo determinato è andato in direzione opposta, passando da +108.000 (11/2018) a –257.000 (11/2019), come pure quello dei somministrati, sceso da +17.000 (11/2018) a -52.000 (11/2019).
Il lavoro occasionale. Permangono positivi, infine, anche se in decelerazione, i saldi annualizzati di apprendistato e lavoro intermittente. La consistenza dei lavoratori impiegati con Contratti di Prestazione Occasionale (CPO), – evidenzia l’Inps – a novembre 2019 si attesta intorno alle 18.000 unità (in linea rispetto allo stesso mese del 2018); l’importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a 233 euro.
L’importo medio mensile. Per quanto attiene ai lavoratori pagati con i titoli del Libretto Famiglia (LF), – conclude l’Inps – a novembre 2019 essi risultano essere circa 9.000 (in lieve aumento rispetto a novembre 2018); l’importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a 171 euro.