Da gennaio sono iniziati i controlli sui conti correnti dei cittadini o meglio, su quelli di chi richiede l’Isee. E’ quanto fa sapere l’Inps, precisando che sui dati autodichiarati relativi al patrimonio mobiliare viene effettuato un controllo automatico, sulla base dei dati contenuti nell’Archivio dei rapporti gestito dall’Agenzia delle Entrate. Per accedere all’Isee è necessario fare un’autodichiarazione sul proprio patrimonio che farà scattare le verifiche sul saldo e le giacenze del proprio conto bancario.
I dati finanziari del 2018. Se dai controlli dovesse risultare un‘incongruenza tra quanto autodichiarato dal cittadino e i dati in possesso dell’amministrazione finanziaria, secondo l’Inps, sarà necessario fornire ulteriori documenti bancari per dar prova della propria situazione economica. Va annotato che dal 1° gennaio 2020, l’anno di riferimento per il patrimonio immobiliare non è più quello precedente: si dovranno fare due passi indietro invece che uno. In altre parole, fornire i dati finanziari del 2018.
Il controllo del patrimonio mobiliare. A decorrere dal 1° gennaio 2020, – rileva l’Inps – il controllo del patrimonio mobiliare sia per la Dsu (dichiarazione sostitutiva unica, ndr) non precompilata che per quella precompilata (in caso di modifiche dei dati del patrimonio mobiliare precompilati) riguarderà le informazioni relative al saldo e alla giacenza dei rapporti posseduti, mentre allo stato di cose attuali il controllo attiene solo alla numerosità dei rapporti finanziari.
In caso di anomalie, il richiedente potrà decidere, di presentare lo stesso l’Isee – conclude l’Inps – , fornendo ulteriore documentazione che attesti la sua situazione, presentare una nuova dichiarazione rettificata o chiedere al Caf la rettifica.