L’Inps ha posto finora in pagamento oltre 3,4 milioni di “bonus 600 euro”, per una spesa complessiva di circa 2 miliardi. La gran parte delle erogazioni è avvenuta nei giorni dal 14 al 23 aprile e la maggioranza dei pagamenti ha riguardato i lavoratori autonomi (69,5%) e i dipendenti a tempo determinato dell’agricoltura (15,4%), mentre una quota marginale ha interessato i lavoratori dello spettacolo (0,7%), la cui platea è significativamente inferiore alle altre. È quanto emerge dallo studio che inaugura la collaborazione fra Inps e Banca d’Italia finalizzata a monitorare quotidianamente i pagamenti posti a carico dell’Inps in seguito all’emanazione del decreto “Cura Italia” (DL n.18/2020).
I dati. Quasi due terzi dei beneficiari sono uomini. Le donne sono la metà delle partite Iva/co.co.co e dei lavoratori stagionali del turismo. I nati all’estero – spiega l’Inps – sono il 12,1% dei beneficiari complessivi e sono relativamente più concentrati tra gli stagionali del turismo e i dipendenti agricoli, dove ammontano rispettivamente al 22,3% e al 29,3% dei percettori.
L’età media dei beneficiari è 46 anni (45,6 per le donne, 46,3 per gli uomini), con la coorte più numerosa rappresentata dal gruppo 45-54 anni (pari al 32,8%). Si rileva anche una presenza minoritaria di giovani con meno di 25 anni e di anziani ultrasessantacinquenni (rispettivamente 3,0% e 2,2%). I giovani sono relativamente più presenti tra gli addetti al turismo, i più anziani tra gli autonomi. La composizione per genere risulta simile tra i nati in Italia e i nati all’estero.
Le regioni maggiormente interessate dal flusso dei pagamenti sono state la Lombardia, la Puglia e la Sicilia, che hanno ricevuto quasi un terzo dei sussidi, seguite dall’Emilia Romagna, dal Veneto e dalla Campania. Le donne – prosegue l’Inps – sono particolarmente rappresentate tra i beneficiari in Calabria e relativamente meno presenti in Sicilia. Per contro, i nati all’estero sono concentrati nelle regioni di confine (Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia) e in Emilia – Romagna.
La dispersione dei tassi di adesione al sussidio a livello provinciale non pare segnalare difficoltà di accesso alla procedura informatica di richiesta del bonus in quei territori con connessioni internet più difficoltose, tipicamente quelle montane del Nord e dell’Appennino. Si stima che il bonus – conclude l’Inps – ammonti a circa un terzo del reddito mensile netto per gli autonomi, a circa la metà per gli stagionali del turismo e ai due terzi per i lavoratori temporanei dell’agricoltura, mentre non è possibile ottenere una stima per le partite Iva.