30 novembre 2015 – L’Internet of Things è la rivoluzione che sta trasformando il mondo in cui viviamo, nel 2020 si prevede che le casalinghe avranno mediamente almeno 10 devices collegati alla rete e il sistema di trasmissione 5G ci permetterà di costruire un sistema di comunicazione da macchina a macchina. 1.200 satelliti supporteranno un flusso di comunicazione destinato ad aumentare esponenzialmente e il passo successivo è lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, grazie alla quale le macchine interloquiranno con le persone. È questo lo scenario illustrato da Sarwant Singh, senior partner del Visionary Innovation Group di Frost & Sullivan, società globale di consulenza per lo sviluppo economico d’impresa.
Il processo di sviluppo va governato e presenta qualche rischio: con l’aumento dei dati che verranno creati e scambiati dai diversi device sarà sempre più delicato il problema della privacy. Ad esempio il mondo delle assicurazioni sta sviluppando molte applicazioni che permettono di personalizzare i servizi e renderli più convenienti in funzione di una serie di dati che riguardano la vita dell’assicurato, ma sono dati sensibili che permettono un controllo di molti aspetti della vita delle persone e l’utilizzo dei dati non è sempre così verificabile da parte dei legittimi proprietari. Tecnologie che applicate nel mondo dell’agricoltura permettono una gestione del rischio con possibilità di previsioni e interventi preventivi e rapidi per evitare disastri dovuti ai fenomeni climatici, con benefici per l’intera filiera produttiva, compresa quella assicurativa. In altri ambiti la tecnologia permetterà sviluppi utili e meno rischiosi, come nel mondo dell’educazione, dove si potrebbe assistere ad un capovolgimento del modello classico dell’insegnamento, con le lezioni seguite da remoto con l’e-learning e la condivisione fisica dedicata ad approfondimenti e confronti per costruire progetti.
L’e-commerce è un ambito nel quale l’Italia è decisamente indietro rispetto ai paesi anglosassoni, nel quale il futuro pare segnato: la tecnologia è coinvolgente e rende più facile l’acquisto, ma può sostituire l’emozione e il contatto diretto con i prodotti? In qualche caso sì, a Londra ad esempio, Audi ha aperto in pieno centro un concetto nuovo di show room: un locale molto piccolo nel quale sono esposte solo 3 autovetture e il resto dello spazio è dedicato a grandi schermi interattivi dove i clienti possono personalizzare la propria auto. Risultato: chi acquista l’auto lì non chiede di provarla e spende mediamente il 50% in più in optional rispetto all’acquirente tradizionale. La tecnologia permette anche la nascita di nuovi servizi, dopo l’Uber per il trasporto delle persone nei centri urbani si sta studiando un’applicazione per il trasporto delle merci anche a lungo raggio.
Nelle sessioni parallele 200 imprenditori e top manager del mondo delle aziende italiane si sono confrontati direttamente sulle strategie e sulle pratiche di applicazione nei diversi ambiti che riguardano l’innovazione e le sfide competitive dei prossimi anni. Un appuntamento unico nel suo genere quello organizzato da Knowità che anche quest’anno ha visto la soddisfazione dei partecipanti che si sono dati appuntamento al prossimo anno.