Aumentano i morti, gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. E’ quanto emerge da una nota diffusa dalla Cgil. Secondo il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, “non bisogna aver paura di usare parole forti perché questa è la realtà.”
I dati. “Sono i numeri purtroppo a dirlo. Se guardiamo i dati degli ultimi dodici anni – spiega Landini – 17mila persone sono morte sul lavoro o mentre si recavano o tornavano dal posto di lavoro. Numeri che fanno indignare, si continua a morire come si moriva quaranta-cinquanta anni fa”.
Il tessuto produttivo italiano. “Ha ragione il Presidente Mattarella – aggiunge Landini – ‘La sicurezza sul lavoro è una priorita’ sociale e non si possono accettare passivamente le tragedie che si ripetono’. È ora di agire. Prevenzione è la parola d’ordine. C’è sicuramente un problema di formazione che va fatta a chi comincia a lavorare, periodicamente a chi già lavora, a chi opera in appalto. Ma va svolta anche agli imprenditori, visto che il tessuto produttivo italiano è fatto di tante piccole e medie imprese”.
Un documento per le imprese. “Ci vuole poi – conclude il segretario generale della Cgil – una specie di ‘patente a punti’ per le imprese. Un documento che indichi quanti infortuni hanno avuto, cos’è successo, quale affidabilità hanno sulla sicurezza, che diventi elemento di valutazione nell’attribuzione di appalti. Serve, infine, rafforzare le funzioni ispettive e di prevenzione negli ispettorati e nelle ASL, il che significa assunzioni e risorse.”