Il telelavoro sta conquistando sempre più imprese e lavoratori, perché porta numerosi benefici sia all’azienda che ai lavoratori. Dall’ultima ricerca sul telelavoro del Politecnico di Milano in collaborazione con la Doxa, si evince che il telelavoro porta innovazione, produttività e motivazione nei lavoratori. Su 1004 dipendenti protagonisti dello studio è emerso infatti che ben il 35% di questi è più sereno, contro il 15% dei lavoratori tradizionali.
Una tipologia di lavoro che nelle aziende più innovative è capace di attirare i migliori talenti al mondo, allettati dall’autonomia offerta da questo tipo di lavoro. Tanto è vero che sono sempre di più le aziende “liquide”, cioè con team di lavoro sparsi in tutto il mondo, connessi grazie alle nuove tecnologie. Nell’organizzare il telelavoro nella propria azienda è però importante sapere che in Italia la disciplina che lo regolamenta è differente a seconda che si tratti del settore privato oppure di quello pubblico.
Oltre al fatto che in Italia non ne esiste una sola tipologia di telelavoro, e che può essere svolto in maniera subordinata, parasubordinata o in forma autonoma. Tre diverse forme di lavoro, per cui in linea generale il datore di lavoro deve formalizzare determinate clausole a regolamento del rapporto tra il datore stesso e i suoi collaboratori.
Come organizzare il telelavoro al meglio quindi? Lo abbiamo chiesto alla head hunter, Carola Adami di Adami & Associati, società specializzata in selezione del personale, che ha stilato un elenco con i suggerimenti più importanti su come organizzare il telelavoro nella propria azienda. Bisogna anzitutto definire il concetto di sicurezza cibernetica: se da un lato, infatti, il telelavoro può soddisfare molteplici esigenze, dal risparmio per le aziende all’autonomia del lavoro, dall’altro mette in luce problematiche come la sicurezza cibernetica. Di fatti non sono pochi i dirigenti aziendali che concordano sul fatto il telelavoro possa creare un più elevato rischio di violazione dei dati. Di conseguenza, diventa vitale una politica corretta in materia. Nello specifico è necessario creare dei protocolli chiari tanto per l’accesso, che per la modifica e la trasmissione di documenti sensibili. Ad esempio sarà utile definire quando può essere o meno utilizzata una connessione Wi-Fi pubblica. Oltre a ciò è sempre suggerito, come corretta politica aziendale, che sui computer di ciascun lavoratore vengano ad essere installati software antivirus aggiornati.
Bisogna, in secondo luogo, definire quali posizioni siano ammissibili con il telelavoro: seppure il telelavoro risulti essere sempre più popolare, infatti, è da evidenziare come questa formula non sia perfettamente idonea ad ogni tipo di posizione aziendale. Si dovrà quindi stabilire nella propria azienda quali possono essere i ruoli aperti al telelavoro e quelli che, invece, non possono esserlo. Tale esplicitazione, necessita per definire le decisioni e per poter approvare tali richieste, senza incorrere nel concreto rischio che queste vengano ad essere considerate arbitrarie oppure viste come delle forme di favoritismo.
Successivamente risulterà necessario stabilire uno standard di comunicazione e pianificazione. Un altro punto da codificare in tema di telelavoro, quindi, è quello inerente lo stabilire uno standard di comunicazione e pianificazione. In poche parole si dovrà decidere un protocollo che vada chiaramente a stabilire quando un telelavoratore deve essere disponibile per ricevere e rispondere alle comunicazioni. Altro aspetto è quello inerente gli eventuali incontri. In pratica, se viene ad essere richiesto a un telelavoratore che vi siano degli incontri regolari, si dovrà codificare il quando, il dove e il come questi si svolgeranno. Infine, risulta essere utile anche stabilire, in forma congiunta e sinergica, un programma di lavoro al quale il telelavoratore dovrà aderire.
Infine bisognerà stabilire uno standard e delle politiche per le attrezzature. Le attrezzature necessarie per il telelavoro dovranno infatti essere fornite dall’azienda, oppure dovranno essere del telelavoratore? Questi e tanti altri quesiti riguardanti quest’aspetto, debbono essere assolutamente chiariti. Tra l’altro, si deve anche valutare che il proprio personale IT possa essere in grado di accedere alle apparecchiature per installare e aggiornare il software antivirus.
Inoltre, è auspicabile stabilire chiare aspettative. Indubbiamente, uno degli aspetti più complessi del telelavoro è il concetto della supervisione. Difatti è ancora forte l’idea delle ore lavorate. In pratica, pur essendo il telelavoro un qualcosa di nuovo, il metro di valutazione in termini di ore è anacronistico per determinate tipologie di telelavoro come quelle intellettuali. Data la complessità sarà quindi bene stabilire delle chiare aspettative ed obiettivi che il lavoratore dovrà rispettare, pena il ritorno al lavoro classico in ufficio. “Sviluppare una buona politica aziendale del telelavoro, chiara e trasparente, farà in modo di evitare l’insorgere di problemi e incomprensioni, è farà in modo che la propria azienda possa attirare l’attenzione dei migliori talenti a livello globale” ha concluso l’head hunter Carola Adami.