Il settore culturale viene rappresentato dall’insieme delle attività economiche e produttive a elevato contenuto di conoscenza e di innovazione che intrecciano creatività e know-how, come nei settori dell’’architettura, design, moda e pubblicità, e includono sia la filiera delle industrie creative, sia, come specificato dall’Istat nel suo ultimo Rapporto annuale, “le imprese dell’artigianato artistico che riflettono ed esprimono la tradizione culturale locale e nazionale“.
Le imprese del settore culturale contribuiscono per il 2,9% alla creazione del valore aggiunto del totale di industria e servizi. E’ quanto rileva Confartigianato in una nota, sulla base dei dati Istat. All’attività delle imprese si associa la vasta dotazione di beni culturali, con 55 siti del patrimonio mondiale Unesco e 4.976 musei e istituzioni culturali di cui, come risulta da una analisi su dati statistici sperimentali pubblicata dall’Istat questa settimana, 2.820, pari al 56,7%, sono inseriti in percorsi museali provinciali, individuati come quegli itinerari che dal museo più visitato della provincia conducono in 30 minuti di auto ad altri musei.
Il concetto di percorso museale rappresenta il primo passo conoscitivo verso la costruzione di una vera e propria rete culturale a livello locale. Attraverso il report di Istat, in questa prospettiva si armonizza l’iniziativa di Confartigianato di “Percorsi Accoglienti” con la quale si propone un nuovo modello di turismo sostenibile che valorizza la biodiversità dei territori italiani.
Le imprese artigiane. All’offerta di beni e servizi in ambito culturale – rileva Confartigianato – contribuiscono le 288 mila imprese artigiane dell’artigianato artistico che danno lavoro a 801 mila addetti. In relazione ai materiali utilizzati o i servizi offerti, nell’artigianato artistico dei Metalli lavora il 27,0% degli occupati (pari a 216 mila addetti), nei tessuti il 14,6% (117 mila addetti), nel cibo il 12,7% (102 mila addetti) nel multimateriale il 10,8% (86 mila addetti), nel legno e carta l’8,7% 70 mila addetti), nei servizi creativi l’8,0% (64 mila addetti), nella pelle e pelliccia il 6,9% (55 mila addetti) e nel restauro, riparazione e tappezzeria il 3,6% (29 mila addetti).
I territori più vocati all’artigianato artistico sono la Toscana le Marche, il Veneto l’Umbria e la Lombardia. In chiave provinciale la maggiore specializzazione nell’artistico di rileva a Prato, Fermo, Arezzo, Firenze, Macerata, Pistoia, Vicenza, Como, Lecco, Rovigo, Brescia, Padova e Pisa. L’offerta dell’artigianato artistico – si legge nella nota – rappresenta un fattore di attrattività per i turisti, su cui prevale la componente degli stranieri: negli ultimi dodici mesi a settembre 2019 si registrano 426 milioni di presenze turistiche, di cui più della metà (50,4%) costituite da stranieri.
Quanto e come spendono i turisti stranieri. Nel 2018 – conclude Confartigianato – i viaggiatori stranieri in Italia, al netto della spesa per alloggio (pari a 18,1 miliardi di euro), hanno speso 23,6 miliardi di euro di cui 9,2 miliardi di euro nella ristorazione, 7,3 miliardi di euro nello shopping, 4,1 miliardi di euro per trasporto e i rimanenti 2,9 miliardi di euro per altre spese.