“GSE è un servizio pubblico, un servizio civile che faccio nei confronti dei ragazzi più giovani di me.”: è così che Andrea Latino definisce il suo progetto educativo no profit, GSE (Green Geek School Education).
Andrea, laureando in Relazioni Internazionali, Global Shaper per il World Economic Forum e parte del Comitato Direttivo degli Stati Generali dell’Innovazione, ha ideato GSE all’interno dell’associazione Green Geek, con lo scopo di educare i più giovani a “un utilizzo consapevole delle tecnologie e all’esercizio dei diritti politici da parte degli studenti privi di cittadinanza attraverso i social media”.
L’inizio di GSE – “Tutto è partito alla fine del liceo – spiega Andrea – Dopo la maturità ho iniziato a essere coinvolto in alcuni progetti, di cui uno a carattere internazionale che mi ha portato in Moldavia per una settimana per parlare di imprenditoria giovanile. Questa esperienza ha rappresentato una spinta incredibile: sono tornato a casa con un bagaglio ricco di voglia di fare e mi sono buttato con rinnovato vigore nel mio impegno politico, che mi ha permesso di entrare in contatto anche con l’associazione milanese Green Geek. L’intento era di collaborare con questa realtà associativa per portare il wifi gratis nella mia zona, ovvero in provincia di Varese, ma il nostro rapporto non si è fermato qui: ho deciso, infatti, di proporre anche il lancio di un progetto che mi stava particolarmente a cuore, ovvero GSE, e che ho avuto la possibilità di gestire in totale autonomia.
Ho riflettuto e mi sono chiesto, prima di tutto, cosa avrei potuto dare e offrire ai più giovani, perché molti non riescono a credere in se stessi e si scoraggiano, schiacciati sotto il peso delle parole di chi continua a ripetere ‘Non vali niente, non combinerai mai nulla’, come era successo a me durante le scuole superiori. Con GSE, quindi, ho cercato e cerco di portare entusiasmo, passione e voglia di fare tra questi ragazzi, provando a dare a ognuno di loro delle nozioni su alcuni argomenti che reputo fondamentali e che serviranno per il loro futuro.”
Lo sviluppo – “Inizialmente non avevo esperienza e non possedevo certificazioni e qualifiche, ma avevo nello zaino le mie tantissime ore trascorse a leggere testi di tecnologia e la mia forte passione per il web e per Internet – continua Andrea – Questo, però, sembrava non essere sufficiente per convincere alcuni dirigenti scolastici a concedermi un piccolo spazio nelle ore extracurriculari per portare GSE all’interno della scuole.
Non mi sono abbattuto, grazie anche ai consigli preziosi di mia sorella, che mi ha suggerito di presentare la mia idea direttamente ai ragazzi, e quindi ai diretti interessati. Ho iniziato, così, a proporre il progetto ai rappresentanti di istituto di una scuola di Busto Arsizio. Cos’è accaduto? Un successo. Ho parlato di Internet, di smart cities, della neutralità della Rete, dei modelli di business dei principali social network e alla fine dell’incontro qualcuno è venuto da me parlandomi di un’idea che voleva sviluppare.
Da qui GSE ha iniziato a muovere i primi passi e grazie a Viviana Premazzi, ricercatrice del Fieri, che collabora anche con Banca Mondiale, il progetto si è arricchito: con il suo ingresso nel team, infatti, GSE ha cominciato a capire che c’era un potenziale anche per i ragazzi figli di immigrati, che non hanno la cittadinanza, e vorrebbero avere diritti politici, ma non possono. Queste persone potrebbero farsi sentire attraverso il web, utilizzando i social media, e l’intento di GSE è quello di offrire loro gli strumenti giusti per provare a muoversi in questa direzione. Si è trattato di un’idea che ha scatenato in me un’altra ondata di entusiasmo e siamo andati avanti anche su questa strada.”
Le difficoltà del progetto – “GSE è un progetto che richiede tempo ed energie notevoli, considerando anche il fatto che non ho a disposizione risorse pagate e che il tutto è totalmente autofinanziato – conclude Andrea – Pensando alle problematiche che incontro, la prima difficoltà è in prevalenza di natura organizzativa (in particolare, per quanto riguarda la coordinazione tra scuole, insegnanti, orari e disponibilità), la seconda riguarda il lato dei fondi economici (non manca la continua ricerca di un’azienda che voglia finanziare il progetto, pensando ad esempio a un tour italiano di GSE, soprattutto nel Sud Italia), e l’ultima è legata al supporto logistico nella fase pratica di organizzazione.
Al momento questo progetto no profit non ha ancora fatto il grande salto, ma io continuo a crederci e in futuro sono pronto a passare il testimone ai giovani che vorranno portarlo avanti proprio come sto facendo io”.
Per saperne di più: www.greengeek.it