“Il primo requisito è la passione. In Italia non ci sono percorsi specifici, per cui spesso si arriva a lavorare nel mio campo in maniera del tutto casuale”. Fabio Pagetti, dopo un intenso percorso formativo prettamente artistico, è stato grafico pubblicitario, disegnatore di fumetti e anche 3d artist per una grande società videoludica. Poi è approdato in Forge Reply, una società di sviluppo di videogiochi, una realtà giovanissima di Milano, con trenta dipendenti che hanno un età media di 25-26 anni.
“Come in un cantiere c’è l’architetto a dirigere i lavori, così nelle società di gaming ci sono i game designer come me. Siamo noi a dover pensare alle dinamiche di gioco, a come funzionerà il percorso e a quali saranno le regole”.
Il lavoro – Il piano di lavoro del game designer varia molto a seconda del budget: da un paio di mesi fino anche a tre anni di sviluppo. “Ci sono produzioni che contano anche duecento persone, più di quelle che s’impiegano per il cinema. Il game designer deve riuscire a dialogare con tutto il suo team. A noi spetta il compito di creare tutta la documentazione che poi ogni singolo elemento della squadra seguirà”.
Per tutti i lavori la prima fase è quella del concept design: si trovano i punti di forza di un possibile gioco e si cerca di presentarlo al meglio all’azienda che poi valuterà, da un punto di vista manageriale, la qualità e i possibili costi da investire. Poi c’è la pre-produzione e la scrittura di un prototipo, “in cui si vede per la prima volta se quello che è stato messo su carta funziona davvero”.
A questo punto il game designer si occupa di scrivere ‘la bibbia di design’, ovvero quell’enciclopedia che tutti seguiranno: “Così – racconta Pagetti –, a partire da questa documentazione, la grafica studierà i personaggi, gli addetti alla sceneggiatura inizieranno a scrivere e i programmatori inizieranno a sviluppare i codici. In pratica, il lato più complicato del mio lavoro è proprio questo: io ho nella mia testa tutto il gioco, ma devo riuscire a spiegarlo a tutto il team”.
La missione ‘Lone Wolf’ – Ora Fabio e tutto il team sono impegnati nello sviluppo di un nuovo gioco: ‘Joe Dever’s Lone Wolf, Blood on the Snow’, un action game che riporta in vita i classici librigame degli anni 80, che per tanti appassionati di oggi segnarono l’incontro con i giochi di ruolo e la narrativa fantasy. “Quando a scuola mi dicevano di scegliere un libro da leggere per l’estate, io compravo questi libri”, ricorda Pagetti.
“La nostra missione – racconta il game designer – è di portare sulle piattaforme di nuova generazione, come tablet ed e-book, questo tipo di libro, che è in realtà un prodotto ibrido con dinamiche da gioco di ruolo e aspetti da romanzo fantasy. Vogliamo che si fondano insieme enigmi, battaglie e momenti di lettura tipici del romanzo, raffigurato in grafica 3d di altissima qualità: come se fosse un libro vivo”.
Gli sviluppatori stanno lavorando a stretto contatto con l’autore stesso, Joe Dever, in modo che innovazione e tradizione siano saldamente legate. La storia raccontata dal libro è, infatti, inedita, andando a colmare un vuoto narrativo che rimaneva tra il terzo e il quarto libro della saga originale, composta da 28 volumi. “Al principio di Sangue sulla neve, Lupo Solitario ha già affrontato molte battaglie – spiega -, ma non ha ancora raggiunto il picco del suo potenziale come Cavaliere Ramas. Ciò pone le basi per grandi sfide e dure prove, con i terribili Signori delle Tenebre che tramano di nuovo per conquistare il pacifico regno di Sommerlund”.
L’uscita di ‘Joe Dever’s Lone Wolf, Blood on the Snow’è prevista entro la fine del 2013, per piattaforme iOS, Android e Windows: “Stiamo per partire per la Game Connection di San Francisco, una delle fiere più importanti del settore. Speriamo di poter incontrare una società che ci porti sul mercato”.
Il mercato – Fabio Pagetti mi spiega anche che ogni società è sempre alla ricerca di personale qualificato, ma mancano persone davvero specializzate: “Si fa fatica a trovare game designer e environment artist, che sono gli specialisti del 3d, praticamente figure inesistenti sul mercato. Questo è un lavoro che non ha orari, che ti porti a casa e su cui pensi di continuo, spesso finché non ti addormenti sulla scrivania. Ci vuole passione”.
Per saperne di più – www.forgereply.it
Il mondo dei videogiochi: il lavoro del Game Designer
Una professione molto richiesta sul mercato del lavoro del settore.
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