Come allestire una vetrina? Quale musica far ascoltare ai propri clienti? Dove posizionare le luci nello showroom? In un mercato in cui è fondamentale l’immagine, si rivela strategica la competenza di saper promuovere il prodotto grazie all’impatto visivo. Di questo si occupa il visual merchandiser, il professionista che costruisce il set ideale intorno al prodotto, mostrandone le caratteristiche distintive, massimizzandone l’attrattività e interpretando i codici e i valori del brand.
Stefano Pizzardo è il docente della scuola di visual merchandising di Factory School, nonché ex allievo del corso. Attualmente lavora per Replay, dopo importanti esperienze in Valentino Fashion Group, Mandarina Duck e Calzedonia.
Cosa significa essere visual merchandiser – Il compito del visual merchandiser è lavorare all’interno della ‘scatola negozio’: “Ci occupiamo principalmente di far ‘parlare’ un prodotto dalla vetrina – spiega Stefano -. La nostra missione è finalizzata sostanzialmente a una maggiore redditività in termini di fatturato sul luogo in cui il nostro intervento viene effettuato. La nostra professionalità serve per rispondere a esigenze chiare e nette provenienti dal mercato e in prima battuta dal consumatore”.
Perché oggi è così indispensabile – “Nessun marchio si può oggi permettere di non avere figure del genere tra i propri dipendenti o consulenti- continua Stefano -. Il risultato sarebbe quello di lasciare gli stores in situazioni d’incertezza dal punto di vista dell’allestimento”.
La formazione – Non esiste una formazione canonica che porti alla nascita di visual professionisti. Esistono, però, scuole di formazione private finalizzate alla creazione di tali figure, che spesso uniscono percorsi d’aula a periodi di stage o d’inserimento in azienda.
Dal 2006 la Factory School organizza corsi itineranti in visual merchandising, oggi arrivati alle 27esima edizione, per giovani creativi appassionati di moda, immagine e arredamento, orientati a diventare esperti nella cura dell’immagine dei punti vendita. Il corso, che si tiene nei weekend, alterna momenti teorici a esperienze pratiche, con anche relatori provenienti da aziende di spicco del settore come Dolce&Gabbana e Tod’s. L’obiettivo, dicono da Factory School, è “insegnare che non si allestisce ‘a sensazione’, ma avendo ben chiaro quali sono i dati di sell-out, quale la giacenza di magazzino e quali i risultati a cui l’azienda punta in quello store”.
Il lavoro sul campo – Il principale sbocco occupazionale per il visual merchandiser è all’interno di un’azienda di moda, arredamento, cosmetica, ma anche nei settori dell’alimentare, farmaceutico, elettronico, telefonia e bricolage. “Al visual merchandising – spiega Stefano – è affidato il compito di uniformare l’immagine del brand, declinando allestimenti e materiale vetrina in tutta la catena Italia, Europa o Mondo, a seconda del livello di esperienza del soggetto e del ruolo che ricopre. Il primo passo dunque per intraprendere questa carriera è sicuramente quello di entrare in azienda e di abbinare, man mano che l’esperienza aumenta, funzioni da consulente o da insegnante”.
Sono sostanzialmente due i livelli in cui si articola tale professione. Il primo è il visual merchandiser con funzioni operative, a cui spetta il compito di viaggiare per i tutti i punti vendita facendo in modo che rispondano sempre ai criteri dettati dall’azienda, in termini di immagine e di assortimento di prodotto all’interno di essi. A lui il compito di allestire store e vetrine in occasione del lancio di nuovi prodotti o in occasione di allestimenti speciali per fiere ed eventi. Il suo diretto superiore è il visual merchandising manager, cui spetta invece la funzione di controllo e formazione dello staff visual che gli viene affidato, nonchè il lavoro di progettazione e ideazione degli allestimenti, spesso concordato con la struttura marketing presente in azienda.
Qualche consiglio – “La curiosità e il sapersi guardare attorno devono essere le migliori alleate per questo tipo di figura. E’ proprio da tutto quello che ci circonda che possiamo trarre idee o spunti per arricchire noi stessi, e di riflesso mettere a bagaglio nuovi strumenti per poter essere ancora più competitivi ed efficienti nella professione”, conclude il visual merchandiser.
Per saperne di più – www.factoryschool.it