La Compagnia Marionettistica Carlo Colla e Figli è una delle più conosciute compagnie del mondo, con alle spalle quasi tre secoli di attività. È stata Teatro Stabile di Marionette (1906-1957) al Teatro Gerolamo di Piazza Beccaria a Milano e oggi i suoi spettacoli sono apprezzati ovunque da un pubblico di adulti e giovani, in occasione delle più importanti manifestazioni nazionali e internazionali. Il loro atelier si trova alla periferia di Milano, al Gratosoglio: qui artigiani e artisti lavorano insieme per dar vita alle famose marionette dei Colla.
Il lavoro di marionettista – Eugenio Monti Colla, direttore artistico della compagnia, così come tutti gli altri membri della famiglia, è cresciuto tra le marionette: “E’ il mondo più magico che un bambino possa sognare – racconta -, ricordo ancora quando ero della stessa altezza delle marionette. Per me è stato come entrare in un mondo in movimento senza rendermi conto che si trattava di un lavoro, era la possibilità d’immergersi in una realtà che nessun bambino poteva vivere”.
Eugenio diventa grande guardando le corde che tirano su le scene e le calano, cresce guardando le mani dei propri famigliari che muovono i fili sulla scena: “Io e le marionette vivevamo insieme in mezzo alla carta dipinta, che è una dimensione che il pubblico non vede mai. Mi sono reso conto che si trattava di un lavoro, quando ho realizzato che cosa avevano messo in piedi i miei famigliari”.
La cosa più sbagliata, m’insegna il direttore artistico, è pensare che si tirino i fili per le marionette: “Noi dobbiamo avere l’abilità di scendere lungo i fili perché quei personaggi si animino. Loro sono gli attori in scena”. Ecco allora che si prova e si riprova a teatro seguendo la musica e le parole delle opere: i marionettisti devono vivere in simbiosi con i personaggi di legno.
Il peso dell’artigianato – “Per fare una marionetta ci vogliono quattro o addirittura cinque persone e sette giorni di lavoro – mi spiega Eugenio –. C’è chi si occupa di scolpire la testa, le mani e il corpo, chi di dipingere e chi si occupa del costume e della parrucca. In casa nostra il termine artista non doveva esistere, guai a parlare di arte. Mio nonno e mio padre mi hanno sempre insegnato a considerarmi un artigiano”.
Tour all’estero, ma quale futuro per l’Italia? – Quest’anno la compagnia volerà a Boston in novembre: il tour negli Stati Uniti vuole non solo presentare uno degli spettacoli più significativi della Compagnia, ‘La bella addormentata nel bosco’, ma anche implementare la conoscenza di una tradizione teatrale che è stata, ed è ancora oggi, espressione della cultura italiana e dell’evoluzione storica e sociale del Paese. “È una tradizione che si è sviluppata di pari passo con la storia d’Italia degli ultimi duecento anni e che unisce la componente teatrale a quella artigianale, toccando i campi della scultura, falegnameria, sartoria e scenografia. Purtroppo oggi in Italia la tradizione marionettistica non esiste praticamente più: io mi sono dato da fare per tirar su una squadra di persone che ci credono e che credono al magistero dei Colla, senza averli mai conosciuti”.
Eugenio Monti Colla è comunque convinto che ci sia un futuro anche in Italia. Lo vede negli occhi dei tanti bambini delle scuole della zona che ancora oggi visitano il suo atelier e riempiono il piccolo teatro del Gratosoglio. “I bambini non guardano mai chi tira i fili, ma appena finisce lo spettacolo si precipitano subito ad abbracciare le marionette”, conclude emozionato.
Guarda il video: http://youtu.be/VchPpLWu4nE