Il 2014 è l’anno di affermazione del Cloud, ovvero una sorta di “nuvola informatica” che permette di gestire le proprie attività e progetti su piattaforme online, fruibili da qualsiasi dispositivo connesso. Saranno disponibili in ogni momento e condivisibili con altri utenti. Si ottimizzano così archiviazione, memorizzazione, elaborazione e condivisione fra colleghi, clienti e partners.
Questi servizi, sviluppati con una logica simile a quella del Social Network, grazie a degli spazi di lavoro online, permetteranno un nuovo modo di lavorare in team, stimolando l’aggregazione in tempo reale di idee creative, conversazioni, briefing e brainstorming e tutto ciò che fino a cinque anni fa era ancora definibile come un ‘progetto Beta’.
La richiesta di addetti IT Cloud specializzati aumenterà ogni anno del 26% fino al 2015, creando nel mondo sette milioni di posti di lavoro legati al Cloud Computing, secondo quanto emerge da un white paper commissionato da Microsoft a Idc, il primo gruppo mondiale specializzato in ricerche di mercato, consulenza e organizzazione eventi per in ambito IT e TLC www.idcitalia.com. Poiché la forza lavoro disponibile non è preparata a ricoprire ruoli Cloud based, è necessario – sempre secondo il white paper Idc – avviare una riqualificazione dei professionisti IT e incoraggiare gli studenti a frequentare corsi di formazione conseguendo certificazioni standard in Cloud Computing.
Le figure Cloud più richieste dal mercato del lavoro:
- Cloud specialist, specializzato nel disegno, engineering e troubleshooting Cloud.
- Cloud Computing Architect, ricopre un ruolo critico nell’architettura, disegno e implementazione delle soluzioni dalla legacy al Cloud.
- Cloud System Engineer, lavora nell’engineering team e si occupa principalmente della transizione dei servizi IT verso il Cloud.
- Cloud Software Developer, attraverso la conoscenza delle principali piattaforme Cloud (Google, Amazon, Microsoft Azure, SalesForce) sviluppa applicazioni per la crescita diretta aziendale.
- Cloud Alliance Manager, responsabile delle partnership con i service provider e marketing.
Alcuni degli strumenti indispensabili per il Project Managment su sistema Cloud: Producteev (task manager), Basecamp (progetti collaborativi online), Joinme (screen-sharing), Zoho (online editing), Asana (management di gruppi), oltre ai più conosciuti sistemi di team online work come Hangout e Skype.
Secondo il rapporto di fine 2013 della rivista di settore Forrester, firmato da un team di analisti specializzati, fra cui James Staten, Dave Bartoletti, Rachel A.Dines e Liz Herbert, il 2014 rappresenta “il qui e ora” per il Cloud che diventerà la scelta di default per la maggior parte delle aziende. Il Saas “Software as a Service” è ormai lo standard per l’acquisto di applicazioni. Il modello tradizionale, con software installati su remoto in azienda, è stato superato per diffusione, già in categorie come l’Human Capital Managemente e il Customer Relationship Management.
Il catalogo dei servizi (app store catalog) diventerà la porta strategica del Cloud Computing. Un buon catalogo online non solo guiderà la scelta del servizio più adatto alle esigenze aziendali, ma favoriranno un acquisto coerente e coordinato fra le diverse divisioni business, rendendo i servizi IT aziendali più trasparenti e robusti.
Il discorso sicurezza nel Cloud è fondamentale. Il sistema è virtuale ma i rischi sono contreti! Dalla sicurezza perimetro si passerà a quella dei dati, sparsi tra tanti device e nella public cloud. Comincerà l’era del Bring your own encryption e sempre più azienda chiederanno al proprio cloud provider di criptare i dati nella nuvola e controllarne le chiavi. Vi sono variie start up come ClipherCloud o AlephCloud che offrono questi servizi, ma per i dati sensibili e il control key delle aziende è bene fornirsi del proprio provider.
Cosa succede nel caso di Disaster Recovery, ovvero il passaggio dati “da una nuvola all’altra”? Nulla, perché le applicazioni Cloud sono fornite di servizio back up e ripristino. Vi sono offerte che automatizzano questo tipo di protezione come Backupify o Spanning, ma anche in questo caso, per le aziende è meglio verificare le policy del proprio fornitore Cloud.
Il Cloud sta procedendo verso una stabilizzazione easy’n’safe del sistema virtuale. Alcune suite di famose software house propongono abbonamenti annuali per i loro professionali servizi Cloud, ma l’Open Source dominerà la configurazione della public Cloud. I grandi fornitori di soluzioni software che adotteranno questa formula riusciranno a imporre anche lo standard di fatto, per quella che si preannuncia come la rivoluzione del web 3.0.