Non c’è quartiere, via o palazzo pubblico che non sia stato travolto dall’onda creativa del ‘Fuori Salone’. Milano la scorsa settimana ha ospitato l’evento fieristico più importante dell’anno, il Salone del Mobile – in scena da domani a Rho-Pero – e anche quest’anno a soddisfare la voglia di novità, creazioni e installazioni di tanti designer ha pensato il ‘Fuori Salone’, con la sua Design Week ricca di appuntamenti ed incontri collaterali al Salone del Mobile. Secondo l’ultima ricerca della Camera di Commercio di Milano, i designer sono aumentati nell’ultimo anno di quasi il 10%. Perché nonostante la crisi, questo mestiere sta letteralmente decollando.
Nessuna crisi per il design italiano – “Tutto questo pessimismo generale non è corretto. La crisi economica è sotto gli occhi di tutti, ma il design italiano è qualcosa che nessun Paese ha e che tutti vi invidiano. La vostra creatività è come una malattia, crea dipendenza: appena la scopri, ne vuoi sempre di più. Gli stranieri vogliono vivere qui e i nuovi mercati vogliono lavorare e imparare da voi”. La lezione d’ottimismo per i tanti giovani designer arriva dall’americano Daniel Libeskind, uno tra i più famosi architetti al mondo, intervenuto al Primo Design Summit, organizzato da Corriere della Sera a Palazzo Mezzanotte, all’apertura della settimana del design milanese. L’architetto di Ground Zero ha regalato consigli preziosi ai tanti addetti del settore che di professione sono designer: “Nonostante la situazione politica così precaria e nonostante un’economia così fragile, nessuno può competere con voi. Nessuno è in grado di riproporre nel mondo il vostro design, l’amore per la creatività e l’identità dell’arte italiana, ma dovete imparare a incanalare e comunicare meglio i vostri punti di forza, così da penetrare anche i mercati emergenti”.
I mercati emergenti: Cina, India e Brasile – Fondamentale, infatti, per chi sogna di diventare designer è viaggiare, confrontarsi con i mercati esteri, soprattutto quelli in espansione: Cina, Brasile e India su tutti. Negli ultimi sei anni di recessione, infatti, le aziende legate al design hanno perso solo il 16% degli addetti, segno che il comparto ancora regge, ma grazie all’export: “Dobbiamo continuare a creare risultati positivi su diversi mercati – ha spiegato Roberto Snaidero, presidente Federlegno Arredo -, anche se il Paese non ci aiuta e ci ha lasciati molto soli. Eppure il design è ormai un bene nazionale che deve essere salvaguardato”. I quasi 3mila associati di Federlegno, per esempio, esportano ogni anno circa 850milioni di euro in Russia, con una crescita annua del 15%, ma i maggiori partner commerciali restano comunque Francia e Germania: “Questo ci serva per capire quali importanti potenzialità possiamo incontrare aprendoci ad alcuni mercati emergenti come Cina, Brasile e India, che ora guardano al design italiano con estremo interesse”, ha detto ancora Claudio Luti, presidente di Cosmit, che organizza il Salone del mobile.
Buttarsi nel mondo del lavoro senza paura – “Dovete resistere all’idea che il nostro lavoro sia solo costruire palazzi. Dovete resistere all’idea che serva un committente per poter progettare. Quando ho iniziato a disegnare, anch’io non avevo clienti”. Steven Holl, tra gli architetti più apprezzati d’America, è diventato per qualche ora durante il Fuori Salone, un professore della Statale di Milano. L’Università è stata infatti invasa da giovani architetti e designer, grazie alla mostra organizzata dalla rivista Interni, dal titolo ‘Hybrid archiecture&design’, in scena fino al 21 aprile.
Holl ha tenuto una lectio magistralis dal titolo ‘Time Light’, per via della sua passione nel giocare con luci e spazi immateriali: qui, scorrendo tra i suoi progetti, dal Palazzo del Cinema di Venezia all’ospedale Maggie’s Center di Londra, Holl non ha perso l’occasione per dare un po’ di fiducia ai giovani architetti in sala.
Le scuole e le giovani promesse del design – Questa maratona del design, che va in scena a Milano ogni anno dal 1990, ha portato tanti consigli, ma anche speranze per gli studenti di design e per i neoprofessionisti: tanti, infatti, i contest che hanno premiato le giovani speranze del mondo della creatività italiana.
Come per esempio Jti Clean City Lab, l’evento organizzato dalla società della Japan Tobacco, tra i maggior produttori di tabacco a livello mondiale, che mira a premiare i migliori giovani designer che abbiano saputo superare il concetto di ‘smoking area’, in sintonia con le politiche delle città che vogliono diventare sempre più green. Oltre cento i progetti presentati al contest, arrivati da quattro importanti scuole di design europee, come il Politecnico di Milano, la South Bank University di Londra, la Head di Ginevra e lo Ied Spagna di Madrid. A trionfare proprio lo Ied di Madrid, aggiudicandosi il primo e il secondo posto.
Presenti alla premiazione anche Andrea Cancellato, direttore della Triennale di Milano (“E’ importante chiedere ai giovani di misurarsi con i problemi reali, dando loro anche delle importanti risorse”, ha detto e Cristina Paciello, direttore marketing Teatro alla Scala, che ha deciso di ‘adottare’ proprio il progetto vincitore della scorsa edizione. Da giugno, infatti, nelle aree esterne al teatro ci saranno gli esemplari del portacenere, premiato al Jti 2012. Un modo in più per sottolineare come i prodotti italiani, dei designer italiani, hanno davvero successo.
Per saperne di più – Ecco qualche scuola di design in Italia.