Da febbraio 2020, il livello dell’occupazione è sceso di quasi 500mila unità e le persone in cerca di lavoro sono cresciute di circa 50 mila, a fronte di un aumento degli inattivi di quasi 400mila. In quattro mesi, il tasso di occupazione perde oltre un punto, mentre quello di disoccupazione, col dato di luglio, torna sopra ai livelli di febbraio. Lo rileva l’Istat in una nota.
I dati. Dopo quattro mesi di flessione, a luglio 2020, il numero di occupati – spiega l’Istat – torna a crescere, soprattutto tra le donne e i lavoratori con più di 35 anni; continua il recupero delle ore lavorate pro capite e l’espansione del segmento di persone in cerca di lavoro.
Il confronto tra il trimestre maggio-luglio 2020 e quello precedente (febbraio-aprile2020) – evidenzia l’Istat – segnala comunque un livello di occupazione inferiore dell’1,2%, corrispondente a -286mila unità. Nel trimestre crescono, invece, sia le persone in cerca di occupazione (+10,4% pari a +218mila), si agli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+0,3% pari a +39mila unità).
Le ripetute flessioni congiunturali registrate a partire da marzo 2020 – prosegue l’Istituto – hanno contribuito a una rilevante contrazione dell’occupazione rispetto al mese di luglio 2019 (-2,4% pari a -556mila unità), che ha coinvolto uomini e donne di qualsiasi età, così come dipendenti (-317mila)e autonomi (-239mila); unica eccezione sono gli over50 con un incremento di occupati (+153mila) che, tuttavia, è dovuto esclusivamente alla componente demografica.
Il tasso di occupazione – si legge nella nota – scende in un anno di 1,3 punti. A luglio 2020 il numero di ore pro capite effettivamente lavorate, calcolato sul complesso degli occupati, prosegue nella tendenza all’aumento. Il livello di luglio, pari a 33,1 ore, è solo di 1,2 ore inferiore a quello registrato a luglio 2019. Per i dipendenti il gap rispetto a luglio 2019 è ancora più ridotto (-0,8 ore). Nell’arco dei dodici mesi, le persone in cerca di lavoro diminuiscono (-1,8%, pari a -44mila unità), mentre – conclude l’Istat -aumentano gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+3,6%, pari a +475mila).