Difficile coniugare quanto accade ai lavoratori italiani di IGT (ex Lottomatica) con quanto annunciato dal CEO di IGT Marco Sala sui risultati del 2020: “I solidi risultati che abbiamo ottenuto in quest’anno condizionato dalla pandemia ci danno lo slancio per il 2021. Sono il risultato della visione, dell’agilità e della disciplina del team IGT e dei vantaggi del nostro portfolio, diversificato“. E’ quanto ha dichiarato in una nota il coordinatore nazionale per la Fiom del gruppo Igt (ex Lottomatica), Fabrizio Potetti.
Più che alla visione, all’agilità e alla disciplina del team IGT, viene da pensare che dietro questi risultati ci siano i sacrifici imposti ai lavoratori in Italia tramite la Cig, le ferie obbligate, la perdita del Premio 2020, il blocco del sistema premiante, la cessione di alcune società del gruppo e i disinvestimenti sui territori.
Se non bastasse a quanto dichiarato dal CEO, il CFO di IGT Max Chiara aggiunge: “Abbiamo generato 866 milioni di dollari in contanti, con un flusso di cassa di 576 milioni di dollari tra i livelli più alti degli ultimi cinque anni, principalmente guidati dalle resilienze delle prestazioni delle lotterie al rigoroso controllo dei costi e del capitale investito. La liquidità è migliorata di oltre 300 milioni di dollari a 20,7 miliardi. Come azienda più snella e più forte, prevediamo che la leva finanziaria torni ai livelli prepandemici nei prossimi 12-18 mesi“.
Si fa fatica a commentare e a ragionare su questi numeri. L’elenco dei ricavi fluisce così rapidamente nelle parole dei vari CEO e CFO che risulta stridere completamente con il sentimento di preoccupazione di tanti dipendenti IGT che hanno visto un impoverimento del salario e dei diritti nel corso del 2020. Situazione aggravata oggi da un cambiamento del contratto che pone ulteriori incognite sul futuro.
C’è poi il dato eclatante di circa 862 milioni di dollari generati dalle attività in Italia: un terzo dei ricavi di IGT mondo, con meno del 10% del personale! Allora ci chiediamo perché gettare nell’incertezza tante famiglie se si hanno questi ricavi? Quali ragioni hanno portato l’azienda IGT Italia a creare un clima competitivo con le risorse umane?
Risulta difficile rispondere a questi interrogativi perché, come abbiamo detto più volte, l’interlocutore aziendale sfugge alle proprie responsabilità e predilige le acrobazie contrattuali e le ricadute negative sui lavoratori, rispetto al confronto serio e concreto tra le parti. Infine, è imbarazzante constatare nelle dichiarazioni del CEO IGT e del CFO l’assenza completa di riferimenti e ringraziamenti alle lavoratrici e ai lavoratori di IGT Italia che hanno contribuito in maniera determinante al successo dell’azienda a livello mondiale!
Riteniamo che aziende concessionarie pubbliche debbano valorizzare l’occupazione e le attività in Italia, su tutto il territorio, e aiutare il Paese – che evidentemente è molto generoso visti i risultati annunciati – in un momento difficile come questo.”