Capterra, piattaforma per la ricerca e comparazione di software B2B, nel suo ultimo studio ha voluto investigare come le persone riescano a bilanciare il lavoro e la vita privata, specialmente nel momento in cui si lavora da remoto e si ha una famiglia e dei figli. A questo scopo sono state intervistate 996 persone distribuendo il sondaggio in egual misura tra maschi e femmine lavoratori full time o part time.
Elementi chiave:
- Il 65% dei genitori che lavorano da casa trovano difficile l’equilibrio tra lavoro e famiglia.
- Il 60% degli intervistati lavora esclusivamente in presenza.
- L’80% degli uomini che lavora da remoto e ha dei figli a casa afferma di poter separare lavoro e vita privata lavorando da casa; le donne sono il 61%.
- Il 47% dei rispondenti con figli concorda con l’affermazione di “aver ricevuto alcune risorse che li hanno aiutati a bilanciare la vita lavorativa e privata, ma non è abbastanza”.
- Il 70% delle donne afferma di essersi dovuta assentare dal lavoro per prendersi cura dei figli almeno qualche volta, gli uomini sono il 62%.
- Il 37% dei rispondenti sia uomini che donne dichiarano di essere a un livello moderato di burnout.
- Tra i rispondenti, solo il 27% afferma che l’azienda per cui lavora abbia incoraggiato i dipendenti a prendere dei permessi retribuiti per prendersi cura della propria salute mentale.
L’Italia è uno dei paesi europei con il minor tasso di smart working, difatti il 60% degli intervistati ha dichiarato di lavorare esclusivamente in loco, il 32% lavora in maniera ibrida e l’8% lavora esclusivamente da remoto.
Tra le persone che hanno dei figli minorenni e che lavorano da casa per almeno una parte del tempo, il 49% dichiara che è “abbastanza difficile conciliare vita privata e quella lavorativa da casa”. Dallo studio emerge che gli uomini riescano meglio a separare la vita lavorativa da quella privata, infatti l’80% degli uomini che lavora da remoto e ha figli a casa afferma di poter separare lavoro e vita privata mentre lavorano da casa, mentre solo il 61% delle donne nella stessa situazione la pensa così.
Servono maggiori supporti da parte delle aziende per aiutare a bilanciare la vita privata e il lavoro dei genitori. Tra gli intervistati, il 67% dichiara di aver avuto il congedo di maternità/paternità, il 60% afferma di avere una certa flessibilità sugli orari lavorativi mentre il 28% dichiara di aver ricevuto il supporto all’asilo nido da parte dell’azienda. Infine, il 47% dei rispondenti con figli concorda con l’affermazione di “aver ricevuto alcune risorse che li hanno aiutati a bilanciare la vita lavorativa e privata, ma non è abbastanza”.
Il 70% delle donne afferma di essersi dovuta assentare per prendersi cura dei figli almeno qualche volta, a confronto degli uomini che sono il 62%; fortunatamente, la maggioranza, ovvero l’82%, afferma che il proprio manager è di supporto quando si verifica questa situazione.
Inoltre, il 47% delle donne con figli afferma che la combinazione del carico di lavoro e degli obblighi familiari sta creando un sovraccarico mentale. Analizzando come le persone che vivono con il proprio partner e che hanno dei figli si dividessero i compiti principali è emerso che il 35% delle donne ha dichiarato di occuparsi sempre “della cucina in casa”, rispetto al 6% degli uomini. Allo stesso modo, il 30% delle donne afferma di anticipare e gestire sempre i compiti domestici, rispetto al 5% degli uomini.
A livello di pressione mentale, quasi 4 dipendenti su 10 dichiarano di essere a un livello moderato di burnout, dallo studio è emerso che il 77% dei rispondenti si sente abbastanza tranquillo a tutelare la propria salute mentale sul posto di lavoro mentre il 23% non lo è. Sul lavoro, l’82% dichiara che il proprio manager non ha mai intrapreso conversazioni riguardanti la salute mentale e solo il 27% afferma che l’azienda per cui lavora abbia incoraggiato i dipendenti a prendere dei permessi retribuiti per prendersi cura della propria salute mentale.
– Nota stampa Capterra –