I portuali di Trieste non ci stanno. Dopo la minaccia di dimissioni di Zeno D’Agostino, numero uno del Porto di Trieste, se il 15 ottobre i lavoratori bloccheranno lo scalo contro il green pass, i portuali in una nota tornano sull’argomento. Ma ribaltano le accuse. “Deve essere chiaro a tutti- scrivono- che le eventuali dimissioni di D’Agostino sarebbero da imputare totalmente al Governo: è il Governo che ha emesso il ricattatorio decreto green pass per lavorare che ha suscitato la giusta reazione dei lavoratori”. Gli operatori quindi spostano la responsabilità a livello nazionale: “È il governo che invece di porre rimedio al danno fatto stando ad ascoltare i lavoratori, ha voluto scaricare le sue responsabilità su D’Agostino, a cui ha chiesto di trovare un rimedio; ed è sempre il governo che D’Agostino non lo ha voluto nemmeno ascoltare intestardendosi a voler mantenere a tutti i costi in vigore il decreto”.
Domani nel tardo pomeriggio i portuali hanno convocato un’assemblea fuori dallo scalo. Nel frattempo sulla piattaforma gofundme.com è stata avviata una raccolta fondi dal titolo “viveri per i portuali” che da questa mattina ha superato i 400 euro, “per sostenere i lavoratori portuali di Trieste durante il blocco delle attività”. Dal 15 ottobre infatti gli operatori hanno annunciato che, se la misura del green pass diventerà obbligatoria, sono pronti a fermare tutte le operazioni, con proteste anche ai varchi del porto.
Fonte: Agenzia Dire