LabItalia – Quasi il 55% trova lavora; l’82% si reputa soddisfatto del percorso compiuto. E’ il bilancio dei diplomati degli Istituti tecnici superiori (Its), passati dagli iniziali 59 nel 2010-2011 ai 74 attivi oggi, fotografato in una ricerca realizzata da Cnos-Fap con il Censis che ha coinvolto 41 Fondazioni e 518 diplomati. Dall’indagine emerge che i diplomati hanno scelto gli Its non per far crescere la loro cultura personale, ma per trovare un’occupazione (lo afferma il 29,6%). Per raggiungere questo obiettivo, il 22,8% è stato disposto a spostarsi di provincia e il 7,7% anche di regione. Non è una migrazione dal Sud al Nord, ma una decisione basata sul genere di corso che si intende seguire.
Gli ex studenti degli Its hanno spesso un diploma e un’età tra 21 e 22 anni (34,6%), il 21,8% ha superato i 25 anni, e per il 76,1% sono maschi, segno che le vocazioni lavorative tecniche sono ancora poco diffuse tra le ragazze, a meno che non siano legate alla moda, al turismo o ai servizi. I diplomati valutano che il corso ha risposto del tutto (24,4%) o abbastanza (68,9%) alle loro aspettative. E sono molto (28,4%) o abbastanza (54%) soddisfatti dell’esperienza compiuta.
Gli occupati al momento della rilevazione erano il 54,8%. Per il 72% di loro quello post-Its è il primo lavoro. Prevalgono il contratto a tempo determinato (32,6%) e il contratto di apprendistato (29,8%). Solo il 17,6% lavora in un settore diverso da quello del corso Its frequentato, mentre il 49% lavora in un’azienda che fa parte della rete di relazioni della Fondazione Its e spesso (43,3%) lavorano nella stessa azienda in cui è stato effettuato lo stage. Tutti questi aspetti fanno sì che i giovani si dicano molto (53,7%) o abbastanza (34,5%) soddisfatti del proprio lavoro. I datori di lavoro, inoltre, li considerano motivati e preparati; degli istituti promuovono soprattutto l’efficacia della formazione teorica integrata con quella pratica.
In questo contesto c’è l’impegno quasi unanime delle Fondazioni (95,1%) di rafforzare le attività finalizzate al collocamento dei propri diplomati: sono pronte a investire in impegno, strategie di comunicazione e marketing, relazioni, ma aspirerebbero a un maggiore sostegno da parte del Miur e delle Regioni.
“Abbiamo presentato circa un anno fa il primo rapporto per comprendere come la nuova offerta formativa degli Its fosse adeguata e accolta da giovani e imprese. Quest’anno, invece, l’Osservatorio del Cnos-Fap e del Censis si è concentrato sugli esiti occupazionali”, ha detto Mario Tonini di Cnos-Fap. “Con questa ricerca abbiamo voluto comprendere la qualità del lavoro e le dinamiche che lo hanno reso possibile, per meglio indirizzare i nostri sforzi di formatori e il rapporto con il mondo dell’impresa”, ha concluso Tonini.