In Italia i giovani inattivi (neet) nella fascia d’età 15-29 anni sono pari a 2.116.000, rappresentando il 23,4% del totale dei giovani della stessa età presenti sul territorio. L’incidenza dei neet sulla popolazione giovanile (sempre nella fascia di età considerata dalla ricerca, ossia 15-29 anni) è particolarmente elevata in Sicilia (38,6%), Calabria (36,2%), Campania (35,9%), Puglia (30,5%) e Sardegna (27,5%). E’ quanto emerge dalla ricerca Unicef, “Neet: ritratto del fenomeno e nuove prospettive”, lanciata nell’ambito del progetto Neet Equity, selezionato dal Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale nell’ambito dell’Avviso “Prevenzione e contrasto al disagio giovanile”.
La classifica. Rielaborando i dati Istat relativi al 2018, l’Unicef precisa che l’Italia continua a posizionarsi al primo posto nella graduatoria europea, seguita da Grecia (19,5%), Bulgaria (18,1%), Romania (17%) e Croazia (15,6%). Gli Stati con il tasso di neet più contenuto sono invece Paesi Bassi (5,7%), Svezia (7%) e Malta (7,4%). La media UE si attesta al 12,9%.
“Essere neet, ovvero non studiare, non lavorare, né seguire percorsi di formazione è una condizione di disagio ed esclusione sociale, che priva i ragazzi e le ragazze di una possibilità di futuro, lasciandoli indietro” sottolinea il Presidente dell’Unicef Italia Francesco Samengo. Utilizzando le parole di un testimone intervistato in questa ricerca, ‘Neet è un indicatore di una qualità della vita insufficiente.’ Con questo progetto – prosegue – vogliamo migliorare la capacità di un territorio di fare sistema nel costruire politiche attive partecipate a favore dell’inclusione dei giovani neet e valorizzare e dare forza alle potenzialità, spesso inespresse, che hanno tanti giovani in questa situazione.”
Il profilo dei neet in Italia. Il 47% dei giovani inattivi nella fascia di età considerata ha un’età compresa tra i 25 e i 29 anni, il 38% ha 20-24 anni e il restante 15% è di età compresa tra 15 e 19 anni. – si legge nella ricerca – La maggior parte dei neet italiani ha conseguito un diploma di scuola secondaria superiore (49%), mentre il 40% ha livelli di istruzione più bassi. A destare impressione è l’11% di giovani totalmente inattivi laureati. Il 14,5% dei giovani neet sono stranieri.
I dati. I neet rappresentano il 15,5% dei giovani di età 15-29 anni nel Nord Italia,,il 19,5% al Centro e nel Sud adddirittura il 34%. – precisa l’Unicef – Il 41% dei neet risulta in cerca di prima occupazione, il 19,5% si definisce indisponibile (per i tre quarti dei casi si tratta di donne impegnate in attività accuditive o di maternità, in larga parte straniere); – conclude l’Unicef – mentre il 25% è definito in cerca di opportunità (in maggioranza maschi; alta la quota degli under 20), e il 14,5% sono classificati come disimpegnati.