Dare vita a un’applicazione web per la generazione di privacy policy per i siti internet, applicazioni mobili o altri software: il protagonista di questa storia imprenditoriale è Andrea Giannangelo (classe ’89), che ha fondato Iubenda nel 2011.
“Ho mosso i primi passi nel mondo informatico da bambino, a undici anni – spiega Andrea, raccontando la sua storia – All’inizio del mio percorso mi muovevo nell’ambiente underground (parliamo, ad esempio, di hacking) e solo dopo i 14 anni ho iniziato ad avvicinarmi al mondo dello sviluppo web, concentrandomi sulla costruzione di siti (ho gestito, ad esempio, una significativa community dedicata ai grafici). La gavetta è durata anni e solo durante l’università ho iniziato veramente a fare sul serio e ho lanciato un progetto che reimpaginava il palinsesto tv rendendolo leggibile (www.webtelevideo.com): si tratta di un sito che negli anni ha generato molto traffico e ha registrato milioni di visitatori. Questo primo vero progetto ha rappresentato una grande palestra per me, non solo dal punto di vista della creazione di un sito, ma anche della diffusione di questo senza avere risorse da investire.”
La nascita e lo sviluppo del progetto Iubenda – “Tutto è partito dalla consapevolezza della presenza di una problematica – continua Andrea – Durante gli studi universitari (sono laureato in Economia) mi ero reso conto che esisteva un problema da non sottovalutare per chi si occupa dello sviluppo web: stiamo parlando della questione legata alla generazione di privacy policy (che rappresenta un adempimento legale obbligatorio). Volevo trovare il modo di rispondere a questa necessità, puntando sul concetto di semplificazione e standardizzazione.
Partendo da questa idea e dall’interesse di alcuni potenziali investitori ho creato un team composto da professionisti già senior. Una volta realizzato il team abbiamo operato un piccolo aumento di capitale di circa 70mila euro e con quell’investimento abbiamo portato il prodotto sul mercato e siamo andati avanti per tre anni, durante i quali sono stati fatti molti passi avanti. Oggi, infatti, la nostra azienda è profittevole, abbiamo migliaia di clienti paganti e vendiamo il nostro software in tutto il mondo. Adesso, siamo pronti per un salto significativo.”
La filosofia imprenditoriale alla base di Iubenda – “Quello che conta realmente per un’azienda è il fatto che vengano generati profitti: noi fatturiamo, siamo focalizzati sui numeri e sulle metriche che contano, abbiamo raccolto poche risorse economiche e le abbiamo fatte fruttare molto, anche con tanti sacrifici da parte del team. Non ci siamo persi in chiacchiere, non abbiamo dato spazio “all’immagine” e abbiamo lavorato a testa bassa per diventare prima di tutto una realtà solida. Oggi possiamo dire di essere cresciuti molto a livello imprenditoriale e siamo arrivati al punto in cui conosciamo perfettamente la nostra azienda e abbiamo validato il nostro modello di business. Ci siamo resi conto, inoltre, che il mercato in cui ci muoviamo (ambito legale) è enorme: si tratta di un mercato che fattura 300miliardi di dollari negli Stati Uniti e altri 200 in Europa (di cui 30 miliardi solo in Italia).”
Essere imprenditore – “Ho venticinque anni, sto imparando ora a fare l’imprenditore e ho deciso di farlo ‘a mie spese’, in questi anni: infatti, anziché raccogliere capitali allo sbaraglio e poi arrivare magari a sprecare tutto, ho voluto portare la mia azienda, prima di tutto, a essere veramente solida – conclude Andrea – Da subito, per quanto mi riguarda, ho cercato di costruire un bagaglio di competenze fondamentali e molte le ho dovute costruire in corsa. Tutto ciò che ho imparato è stato necessario, a partire dallo sviluppo di siti web. La parte più complessa, però, è stata l’apprendimento (che non si arresta mai) delle competenze legate alla gestione dell’azienda in tutte le sue parti: dalla gestione del personale, a quella del prodotto e degli investimenti. Devo sottolineare, in tutto questo, l’importanza di avere un approccio numerico, fin dall’inizio: solo così, infatti, si possono osservare gli elementi in modo oggettivo e non si lascia nulla al caso.”