Un nostro giovane collega metalmeccanico si è tolto la vita. Aveva 44 anni e lavorava in Arcelor Mittal, azienda siderurgica che vaga tra i problemi del Coronavirus e l’incertezza di un futuro certo. Così il segretario Nazionale Fim Cisl, Valerio D’Alò in una nota.
Situazione che non aiuta affatto quanti quotidianamente operano nel suo interno. E proprio di fronte alle difficoltà contingenti, la paura di non poter garantire tranquillità ai propri congiunti ha avuto gioco facile della fragilità del giovane Alessandro.
I motivi del gesto non sono interpretabili e probabilmente frutto di molteplici ragioni. Tra questi possiamo pensare che vi sia stata anche la pesante situazione che ha dovuto sopportare in questi mesi, a causa delle difficoltà legate al suo posto di lavoro. Mesi con un reddito ridotto e soprattutto la complessità di immaginare una via d’uscita, un futuro, per un uomo come Alessandro di soli 44 anni è impresa assai ardua, forse per chiunque.
Ragion per cui ci sentiamo ancora più impegnati, affinché la grave crisi economica e occupazionale che attraversa in nostro Paese e, in particolare che vede il territorio di Taranto da molto tempo stretto nella morsa dell’incertezza, trovi uno sbocco con soluzioni dignitose ai tanti problemi che vi sono, ai bisogni di donne e uomini, al loro diritto a un lavoro che consenta di costruirsi un domani. Per noi la priorità resta l’attivazione di politiche economiche e industriali capaci di riavviare un processo di investimenti, di crescita ecosostenibile, di buona occupazione.