Così come fatto nel 2020 anche per l’anno in corso si punta a prorogare la norma che prevede il raddoppio della soglia di esenzione totale per i cosiddetti fringe benefit, ossia tutti quei beni e servizi che l’azienda concede ai propri dipendenti nell’ambito del welfare aziendale e che non concorrono a formazione del reddito. Lo scorso anno si era proceduto ad un aumento della soglia nel Decreto Agosto e l’impatto avuto dalla misura sulla capacità di spesa e disponibilità dei dipendenti è stato significativo, soprattutto in un momento di grandi difficoltà economiche a causa della pandemia.
La misura si è dimostrata un’importante forma di integrazione al reddito per le famiglie con ricadute positive sull’intero sistema economico a ragione di un’evidente efficacia in termini di aumento del potere di acquisto dei dipendenti. Non solo, ma vista la sua semplicità di applicazione è diventata anche un volano per la diffusione di misure di welfare anche nelle piccole e medie imprese che, come noto, sono quelle più indietro rispetto alle pratiche di welfare.
Consapevoli degli ampi impatti avuti dalla norma nella seconda metà del 2020 si sta tentando di prorogarla anche per il 2021. Sono infatti tre gli emendamenti che prevedono la reiterazione della misura nell’ambito del DL Sostegni attualmente in discussione e sostenuti dal senatore Gianni Pittella del PD, dalla senatrice Donatella Cozatti di Italia Viva e dal senatore Emilio Floris di Forza Italia. Gli emendamenti, tra l’altro, prevedono anche l’introduzione del bonus smart working, ossia la possibilità di riconoscere anche ai lavoratori in smart working con la finalità di compensare le spese sostenute per chi lavora da casa.
“La persona al centro dell’azienda. È questo il principio che la maggioranza vuol portare avanti quale chiave strategica per la ripresa, economica e occupazionale, del Paese e che ho ampiamente sostenuto nella mia attività parlamentare – spiega la Senatrice Roberta Toffanin, relatrice del DL Sostegni -. In tal senso, l’emendamento che prevede il raddoppio della soglia dei 258 euro previsti dal comma 3 dell’art. 51 del TUIR intende proprio usare la sempre più importante leva del welfare aziendale per sostenere maggiori consumi e promuovere una moderna gestione delle persone in azienda, attenta ai bisogni sociali oltre che economici, tanto più in un momento di difficoltà come questo. Con l’ampliamento a 516 euro, le imprese potrebbero riconoscere ai propri dipendenti tablet per la didattica a distanza, prodotti per la protezione individuale e la sanificazione, sedute ergonomiche: beni ora esclusi dai piani di welfare aziendale. Una misura estremamente attuale – sottolinea Toffanin – quindi, e molto richiesta dal mondo delle imprese, che conferma quanto già deciso dal Legislatore lo scorso agosto, ma terminato a dicembre 2020. Una proposta sostenuta non a caso da diversi partiti di maggioranza in sede di discussione della legge di conversione del DL sostegni”.
Tra le ragioni a sostengo degli emendamenti anche le ricadute sul piano del rilancio dei consumi interni. Le somme che le aziende destinano a fringe benefit a favore dei propri dipendenti, infatti, non possono essere destinate al “risparmio”, ma devo essere spese entro l’anno fiscale di riferimento. E, nella fase economica che stiamo attraversando dove la crisi di molte aziende e la contrazione dei consumi a raggiunto livelli drammatici, la leva dei frange benefit, ulteriormente rafforzata anche per il 2021, sarebbe un importante incentivo anche alla ripresa economica.