Si è tenuto oggi in video-call, un incontro tra i Segretari Generali di Fim-Fiom-Uilm-Fismic- Uglm-e Aqcf e il Ceo Emea di Fca Pietro Gorlier ed il Responsabile delle relazioni Industriali Pietro De Biasi per un approfondimento sull’emergenza Covid 19 in Italia che ha causato la fermata produttiva di tutti gli stabilimenti ed il conseguente ricorso alla cassa integrazione per i 66mila lavoratori del Gruppo.
Durante il confronto con l’azienda, il Ceo Emea ci ha illustrato i contenuti delle tante iniziative che il gruppo sta mettendo in campo in questo momento per aiutare il “sistema paese” a fronteggiare un pandemia che non ha precedenti negli ultimi 100 anni. Il Gruppo è impegnato insieme alla Ferrari a rinforzare attraverso le proprie tecnologie la produzione di apparecchiature per la ventilazione polmonare della ditta Siare in Italia ed a convertire la produzione di uno stabilimento asiatico per le mascherine.
Il Ceo ha chiarito che nonostante la complicata emergenza epidemiologica, il piano industriale per l’Italia proseguirà nella sua interezza ma è probabile che subirà dei ritardi dovuto soprattutto l’incertezza economica del settore. Nei prossimi giorni sarà insediato un tavolo nazionale sulla sicurezza per discutere e condividere tutte le iniziative da mettere in campo per elevare ancora di più gli standard di sicurezza negli stabilimenti. Siamo di fronte ad una crisi diversa da quella economica del 2008, un’emergenza sanitaria dalle vaste dimensioni che non sta risparmiando nessuno, tant’è che lo stop alle produzioni ha interessato tutte le case costruttrici, non solo in Italia, ma anche in Europa e Stati Uniti.
Come Fim Cisl riteniamo importante che il Ceo abbia confermato i programmi di investimento per l’Italia, ma è altrettanto necessario intensificare il dialogo sindacale per stabilire un calendario della ripresa graduale e sicura delle attività produttive, tenendo conto delle diversità di mercato e degli ambienti di lavoro in ciascun stabilimento del gruppo Fca. Bisogna continuare a rivedere il lavoro tenendo conto della situazione personale di ogni singolo lavoratore, approvvigionando ogni realtà dei dispositivi individuali di protezione e mantenendo distanze di sicurezza, anche perché è molto realistico che la situazione non si normalizzerà a breve termine. Come Fim, siamo disponibili da subito a discutere di un protocollo specifico sulla sicurezza in Fca, anche sulla scorta di quanto sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil il 14 marzo, che prepari il momento in cui sarà possibile la riapertura in totale sicurezza per i lavoratori. Abbiamo proposto anche convenzioni per indagini sierologiche che verifichino gli immunizzati da un lato e tengano protetti a casa i lavoratori cosiddetti “iper-suscettibili”.
In Italia, dove il settore automotive rappresenta circa il 6% del Pil del Paese e impiega circa 268mila lavoratori tra diretti ed indiretti, già in forte difficoltà c’è bisogno ancor più di ieri di mettere in sicurezza tutta la filiera. Ripartire in sicurezza con misure che nel medio lungo periodo rispondano ad avere luoghi di lavoro e trasporti da e verso essi totalmente sicuri.