La Fase 2 rinvia la riapertura degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e di tante attività del turismo e dei servizi. Ogni giorno di chiusura in più produce danni gravissimi e mette a rischio imprese e lavoro. Può essere riassunto così il messaggio del Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, che commenta le disposizioni annunciate dal Presidente del Consiglio.
Sostenere le imprese. “In queste condizioni – sottolinea – diventa vitale il sostegno finanziario alle aziende con indennizzi a fondo perduto che per adesso non sono ancora stati decisi. Bisogna invece agire subito e in sicurezza per evitare il collasso economico di migliaia di imprese. Chiediamo – rileva Sangalli – al Presidente Conte un incontro urgente, anzi urgentissimo per discutere di due punti: riaprire prima e in sicurezza; mettere in campo indennizzi e contributi a fondo perduto a favore delle imprese”.
Una questione di tempestività. Sono necessari e urgenze indennizzi di ristoro a fondo perduto per le imprese più piccole, seguendo l’esempio di Germania e Francia. Così Confcommercio in audizione sul dl Liquidità imprese nelle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera. Secondo Confcommercio, inoltre, per garantire l’effettiva efficacia delle misure di sostegno economico-finanziario alle imprese, va assicurata innanzitutto la massima tempestività per la loro concreta attuazione. I Confidi – prosegue Confcommercio – rappresentano i soggetti più adeguati a concedere alle imprese colpite dall’emergenza Covid -19 contributi in conto capitale e finanziamenti agevolati di piccolo importo, integrativi e alternativi al ricorso al credito bancario.
I fondi strutturali comunitari. Si ritiene opportuno un intervento volto a consentire ai Confidi di acquisire la veste di soggetti gestori di risorse pubbliche, in particolare con riferimento ai fondi strutturali comunitari. In questo contesto e ad integrazione di quanto illustrato, per quanto riguarda i Confidi sottoposti alla vigilanza della Banca d’Italia, ai quali è attualmente consentito svolgere attività diverse dal rilascio della garanzia collettiva fino al 20% del valore dell’attivo, al fine di poter meglio assistere le imprese che non riescono ad accedere al tradizionale canale bancario, è auspicabile un intervento volto a superare l’attuale limite, mantenendo comunque – conclude Confcommercio – l’esercizio prevalente dell’attività di garanzia rispetto alle altre attività finanziarie da essi svolte.