Gli incontri professionali on line sono sempre più frequenti perché il nostro ambiente di lavoro si è esteso a quello virtuale e siamo sempre più netizen, cittadini della rete internet. Il Covid-19 ci ha insegnato a usare le piattaforme che offrono la possibilità di incontri virtuali video, però nessuno ci ha insegnato il galateo da applicare.
“Tutto ciò che passa dal web – precisa Sibyl von der Schulenburg, scrittrice e imprenditrice – dovrebbe rispettare quella che viene chiamata netiquette, l’etichetta del network. Si tratta del galateo applicabile ai rapporti di chi usa una rete di comunicazione, che sia privata o pubblica. Sino a poco tempo fa ci si focalizzava su scrittura e immagini per coprire soprattutto il campo d’applicazione costituito da email e social media in cui è importante rispettare regole di sintassi, composizione e grafica per evitare interpretazioni errate. Si consiglia, dunque, di evitare di scrivere a lettere cubitali perché equivale a gridare, limitare il vernacolare, lo slang e altre parole poco comprensibili a chi riceve il testo, non bullizzare, non insultare e non nascondersi dietro la tastiera. Con l’avvento degli emoticon e il loro continuo moltiplicarsi è venuto a crearsi un nuovo linguaggio che avrebbe bisogno di un manuale d’uso continuamente aggiornato poiché a molti sfugge il vero significato di certe faccine”.
Diverso è, invece, il galateo da applicare negli incontri video, le videoconferenze. Nel saggio “International Business Etiquette”, in uscita il 14 aprile 2022 per Golem Edizioni, l’autrice Sibyl von der Schulenburg dedica uno spazio anche all’ipermondo, lo spazio virtuale nel quale l’incontro può per certi versi considerarsi reale benché non fisico e molte regole che trovano applicazione durante gli incontri di lavoro in presenza sono trasferibili alle condizioni online. Si parla appunto di incontro, una situazione di interazione, benché molte regole valgano anche per i video.
Nell’ipermondo del business internazionale è bene, o perlomeno cortese, osservare le regole culturali della persona che vediamo sullo schermo del nostro pc. Valgono quasi tutte le regole generali che si applicano in ogni incontro, con qualche variazione relativa all’ambientazione, ovvero l’abbigliamento, lo sfondo e le luci. Se ci riflettiamo ci rendiamo conto dell’enorme vantaggio che ci dà la presentazione in videoconferenza, se sappiamo ben sfruttare tutte le variabili.
In linea generale, non dobbiamo dimenticare, comunque, il principio per cui la prima impressione che diamo agli altri si forma in pochi secondi, ma lascia tracce indelebili.
I consigli dati per le videoconferenze valgono anche per gli incontri di lavoro per i quali si consiglia vivamente di vestirsi come se si andasse a un incontro fisico. Anche l’abbigliamento dalla cintola in giù deve essere appropriato poiché ha fatto scuola Luke Flanagan, europarlamentare irlandese, che nel 2020 è comparso in videoconferenza vestito di tutto punto sopra, ma in mutande sotto. Si sono poi verificati numerosi altri casi simili.
“Chi ha fatto colloqui di lavoro con qualche grande azienda internazionale – aggiunge Sibyl von der Schulenburg – sa bene che può capitare che gli venga richiesto di alzarsi in piedi e mostrarsi per intero. Perché? Si dice che serva per valutare l’interesse effettivo del candidato che esprimerebbe anche nel vestirsi come per un incontro in presenza, ma il sospetto è che si voglia valutare l’aspetto fisico del candidato o escludere che sia disabile. Comunque sia, meglio non farsi trovare eleganti sopra e nudi sotto”.