Qual è il gene dell’imprenditore? Qual è la dimensione umana di questa figura? Franco Marzo, (nella foto) dirigente di imprese nazionali e internazionali, oggi consulente di strategia e organizzazione, nel suo libro “I-Factor – Il gene dell’imprenditore – Realizzare un’impresa: lezioni per manager” (Franco Angeli Edizioni), non si limita a mostrare la superficie di chi crea e gestisce un’impresa, ma si inserisce sotto la pelle imprenditoriale per scoprire le caratteristiche umane degli intervistati.
Storie e situazioni diverse, storie di chi ha cominciato da zero e delle “seconde generazioni”, racconti reali di persone, di “calabroni che volano a dispetto del loro peso e della loro apertura alare”, che “fanno le cose giuste senza sapere che sono quelle giuste e perché lo sono”.
L’autore si domanda “Chi è l’imprenditore? Come nasce? Come percepisce la realtà attraverso i suoi sensi? Quali sono le sue doti innate, se ci sono? Quali sono i valori e le competenze che ritiene importanti?” e cerca di dare delle risposte o di offrire degli spunti per approfondire, prendendo in considerazione tredici storie e quindici personaggi.
Si comincia immergendosi nella realtà dell’impresa (o dell’impero, come scrive Franco Marzo) di Vanier Marchesini, ovvero la WAM, nel settore di impianti e macchine industriali. Il saper dedicare tempo alle cose, l’importanza della curiosità, della capacità di innovare e di meditare sono solo alcuni dei punti fondamentali sottolineati da Marchesini, che non dimentica di mettere l’accento anche sul divertimento, proprio come Tony Fassina, fondatore del Gruppo Fassina, operante nel settore della vendita di auto nuove e usate. Quest’ultimo punta i riflettori sui concetti del “fare, prima di insegnare” e della “cattiveria buona”, vista come un atteggiamento agonistico, non negativo. Il viaggio continua con l’intervista a Francesco Casoli, di Elica, che produce cappe aspiranti per grandi marchi di cucine, e con la storia di Gianni Mancassola, che ha dato vita al Gruppo Athena (settore componenti tecnici per industrie meccaniche e ricambi per motori).
Sfogliando le pagine si incontra Alberto Bombassei, fondatore della Brembo Spa, leader a livello internazionale nella produzione di impianti frenanti, che afferma l’importanza della cultura del lavoro: “Siamo grandi lavoratori, abituati a fare 12-13 ore al giorno; è il nostro marchio di fabbrica”. Si prosegue con l’intervista a Giorgio Minarelli (Minarelli Motori), che manda un avviso agli imprenditori di prima generazione: “Passione sì, ma non troppa: l’eccessiva passione fa perdere di vista lo scenario complessivo, i cambiamenti in atto e per qualcuno può essere letale”, per poi continuare con Franco Leoni, imprenditore attivo in diversi settori, con più imprese (Polonord Adeste, Bets Srl, Leoni Energy).
Altri protagonisti sono Carlo Monticelli (Cicrespi; settore sistemi di tracciabilità, rintracciabilità e anticontraffazione), unico imprenditore di terza generazione presente tra gli intervistati, Ernesto Colnago, che produce biciclette da corsa dal 1957 e Marina Salamon (Altana, Doxa, Alchimia Spa, nei settori abbigliamento, ricerca e comunicazione), che evidenzia l’importanza di non perdere mai l’umiltà, “di non considerarsi al centro dell’universo, di continuare a cercare e verificare in un mondo dove le cose accadono fuori di te”. Quest’ultima non è l’unica donna imprenditrice del libro: scivolando verso le ultime pagine troviamo il racconto di Paola Besola e Barbara Persiani, che hanno dato vita a Lindostar Srl (servizi e prodotti per la pulizia degli ambienti) nel 2007. “Un bravo imprenditore sa dirigere l’azienda, ma sa anche cambiare un bullone – spiegano Paola e Barbara – Il manager nasce sui libri e non ha mai fatto pratica. Ho visto aziende distrutte da manager, più difficilmente aziende distrutte da imprenditori”.
Non manca anche Cristina Calori, fondatrice, insieme al padre, di WP, Lavori in Corso (abbigliamento e accessori) che sottolinea parole e concetti come energia, entusiasmo, creatività, rischio e carisma, specificando di appartenere alla vecchia scuola: “Ho cominciato dai pacchi in magazzino per poi risalire la china”.
Infine, last but not least, Monica Tonini e Arturo Caprio, marito e moglie e imprenditori, accompagnano il lettore verso la fine del viaggio. Saper cambiare, saper andare contro corrente e imparare a considerare gli errori non come sconfitte, ma come opportunità, sono alcune caratteristiche e modi agire che, secondo Monica e Arturo, non dovrebbero mai mancare in un imprenditore.
Per saperne di più: Il Libro