Più flessibilità per l’assunzione del personale per l’Expo 2015. Questo l’obiettivo dell’accordo firmato a Milano dall’amministratore delegato di Expo 2015, Giuseppe Sala, e dai rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl, Uil, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs di Milano e Lombardia. Complessivamente, saranno circa 800 i lavoratori impegnati, con contratti che vanno dall’apprendistato allo stage, ai rapporti a tempo determinato, ai quali vanno aggiunti 18.500 volontari.
Il protocollo punta a introdurre maggiore flessibilità sul lavoro e potrebbe costituire un modello da replicare in ambito nazionale per i Grandi Eventi. Una parte specifica sarà dedicata alle norme in materia di legalità, tutela e sicurezza sul lavoro prevedendo un Comitato di monitoraggio e la presenza coordinata all’interno del sito espositivo.
L’accordo conferma, inoltre, l’estensione delle attuali procedure di gestione informatizzata dei subappalti, che attualmente vengono applicate ai cantieri e domani alla gestione dei servizi del sito espositivo. Le prime assunzioni partiranno dal 2014, ha annunciato Sala. Stage e apprendistato invece partiranno più in prossimità dell’evento. “Assunzioni che – afferma Sala – non sarebbero state possibili con le regole attuali. Grazie a questo tavolo comune con i sindacati invece sono diventate realtà”. Quanto ai volontari si alterneranno, circa 475 ogni giorno, a rotazione, e si occuperanno esclusivamente di accoglienza.
Questo accordo, per Sala, è la dimostrazione di come si possa flessibilizzare e derogare in materia di lavoro. “E’ un’opportunità -ha detto- che, partendo da Expo, offriamo al territorio e al Paese. Ne ho parlato con il presidente del Consiglio, Enrico Letta, con il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, e con il presidente di Assolombarda, Gianfelice Rocca, e credo che tutti riscontrino con piacere il passo fatto. Mi auguro che questa piattaforma venga presa e utilizzata per tutto il contesto che ci circonda”.
E per il Ministro del lavoro Giovannini, ‘le parti sociali hanno compreso l’importanza dell’evento internazionale come occasione storica per il Paese, soprattutto in termini di opportunità per un rilancio dell’occupazione, dando prova di grande responsabilità. Rispondendo al mio invito a far presto, hanno anticipato i tempi e trovato soluzioni condivise”.
Per il segretario della Cgil Milano, Graziano Gorla, questo accordo non si limita a definire le regole del gioco ma tenta di dare anche una risposta alla crisi. “Oltre a introdurre delle regole di gestione del lavoro che riguardano l’utilizzo di molti giovani in apprendistato, a termine e in stage – dice – faremo assumere una quota di lavoratori disoccupati o in mobilità che aspettano di avere un lavoro anche a Milano. Tale quota – avverte – avrà un limite del 10% delle assunzioni totali. Ma si tratta solo di un inizio”.
Durante l’incontro, si è parlato anche del destino del sito espositivo una volta terminata l’Expo. “Ciò che possiamo fare – spiega il segretario generale Uil Milano e Lombardia, Walter Galbusera – è ragionare sulle possibilità di insediamento di nuove attività all’interno del sito espositivo per evitare il rischio di farlo diventare una bidonville. E progettare dei percorsi formativi per i giovani, destinandoli a quelle attività che, appunto, potrebbero aprire”.
D’accordo sulla necessità di trovare risposte adeguate sul destino dei lavoratori. una volta terminata la manifestazione, anche il segretario generale della Cisl di Milano Metropoli, Danilo Galvagni. “E’ una questione che andrà discussa quanto prima – dice – a partire dal futuro dei dipendenti di Expo S.p.A”.
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