Da una parte, i capricci della multinazionale Arcelor Mittal e dall’altra l’immobilismo di Invitalia, nonostante l’A. D. abbia assunto nel mese di dicembre un impegno economico pari a 400 milioni di euro ancora in attesa di sottoscrizione: nel mezzo i lavoratori, cristalli abbandonati in un negozio nel quale imperversa uno scontro tra due ‘elefanti'”. Così in una nota Antonio Spera, Segretario Nazionale Ugl Metalmeccanici, torna sulla vertenza ex Ilva, sottolineando come i diritti dei lavoratori “di tutti indistintamente, sia quelli in forza ad Arcelor sia quelli in AS sia delle controllate, vengano quotidianamente calpestati.
Il colosso dell’acciaio – spiega – ha prima annunciato il lancio del marchio XCarb che introdurrebbe sul mercato il famoso acciaio verde, per un investimento di 100 milioni di dollari all’anno, salvo poi nel tardo pomeriggio di venerdì scorso comunicare la fermata degli impianti con personale da collocare in cigo, avvisato subito nella tarda serata che già dal giorno successivo avrebbe trovato il badge disattivato. Contemporaneamente arriva il blocco degli investimenti e dei cantieri AIA, con comunicazione alle aziende dell’indotto, che avanzano crediti per svariati milioni di euro.
Arcelor Mittal non può continuare a sostenere di avere tra le sue priorità il rispetto delle risorse umane, la trasparenza, la responsabilità ambientale, la salute e la sicurezza, se poi si comporta come il peggiore dei caporali, creando quotidianamente un clima di incertezze e in un ambiente che, tutto è, tranne che sicuro e sano. Non c’è programmazione né rispetto degli impegni, nonostante la presentazione nel mese di gennaio del piano industriale. Ecco perché invitiamo ancora una volta il Governo ad entrare nel merito della vertenza ex Ilva, affrontando tutti gli aspetti che di essa fanno parte, dando priorità al piano industriale che è propedeutico al piano ambientale, assumendo degli impegni e adottando azioni mirate per il rilancio della produzione dell’acciaio, conclude Spera.