“L’incontro convocato per martedì 22 dicembre, in risposta alla richiesta sindacale, dovrà essere non formale e concreto e aprire la strada ad un negoziato fruttuoso che porti ad un nuovo accordo sindacale innovativo per la tutela dei posti di lavoro e il futuro di tutta la ex-Ilva. Ci aspettiamo dalla presenza dei quattro ministri all’incontro in videoconferenza non solo di poter finalmente conoscere i veri contenuti dell’accordo tra Invitalia e Mittal, ma soprattutto di poter avere la disponibilità di tutti ad affrontare e risolvere i nodi critici che quella intesa non garantisce.
Non possiamo attendere i pareri dell’Antitrust europeo, che potrebbero richiedere mesi, per trattare un nuovo accordo sindacale che vogliamo realizzare a breve. I lavoratori tutti, soprattutto i cassintegrati, meritano risposte certe. Non accetteremo un’applicazione “notarile” degli impegni presi tra Stato e multinazionale franco-indiana. Vogliamo anzitutto spingere per una accelerazione nei primi mesi del 2021 degli investimenti ambientali e produttivi e della riattivazione di impianti e produzioni. Occorre ricomprendere nell’accordo il destino per reimpiego certo dei 1.700 lavoratori in ILVA AS che sembrerebbero ignorati dal protocollo del 10 dicembre, così come vanno fornite garanzie di reddito sostenibile per chi sarà in Cig, sapendo che per noi nessun lavoratore potrà stare 5 anni di fila in cassaintegrazione.
Da ultimo, la Fim Cisl lancerà la proposta di un comitato di gestione bilaterale formato da rappresentanti dei lavoratori e tecnici aziendali per seguire e governare i numerosi interventi produttivi e di investimento sugli impianti che dovranno essere fatti nei prossimi mesi. Taranto e tutti gli altri stabilimenti non si rilanceranno senza contare sul ruolo attivo e la capacità dei lavoratori, compresi quelli degli appalti