“Mai fermarsi!”, scriveva sul sito dell’azienda, il fondatore e cavaliere del lavoro Ilario Galimberti, morto a febbraio all’età di 94 anni. Lui, uomo tosto e volitivo, esortava i suoi dipendenti a guardare con ottimismo al futuro. Era il suo sguardo, lo sguardo di una vita di conquiste e duro lavoro. Invece la sua creatura, considerata da più di 40 anni uno dei punti di riferimento dei milanesi per l’elettronica e gli elettrodomestici, rischia un epilogo fatale molto presto e di lasciare a casa 250 lavoratori disseminati negli 11 negozi tra Lombardia e Veneto. Il Tribunale fallimentare di Milano potrebbe mettere un punto irreversibile alla crisi della storica catena Galimberti – Euronics, gravata da debiti per oltre 82 milioni di euro. Quel giorno, sarà un giorno di sciopero per i dipendenti con un presidio davanti Palazzo di Giustizia dalle 11.30 alle 14.00.
Davanti ci sono due strade: l’amministrazione controllata, e nella peggiore il fallimento. In questo momento, a causa del mancato pagamento dei fornitori, nelle sedi operative dei punti vendita i dipendenti si trovano senza internet e altri strumenti per poter lavorare. Le drammatiche difficoltà del marchio della storica catena italiana, affiancato da quello della multinazionale Euronics che ha preso le distanze dagli italiani (“Non siamo noi a rischiare il fallimento, ma la Galimberti che non e’ proprietaria del marchio”) sono emblematiche del travaglio che sta vivendo il settore. “Le origini della crisi sono plurime – spiega il sindacalista Mario Colleoni – secondo noi Galimberti non ha reagito in modo adeguato ai cambiamenti del mercato. Mi riferisco al fatto che le quote di mercato detenute dall’online sono aumentate di molto negli ultimi anni e questo ha fatto sì che si erodesse il fatturato dei punti vendita classici. Altri gruppi stanno costruendo delle strategie per rendere il punto vendita semplicemente una sorta di luogo dove osservare il prodotto per poi acquistarlo sul web”. Dopo due concordati preventivi e il naufragio a luglio di un ventilato “piano B”, con l’ingresso di un imprenditore pronto a fornire capitali freschi per il salvataggio, potrebbe spegnersi il sogno di una delle famiglie lombarde protagoniste degli anni del boom economico. Entro il 2019 Euronics Italia (altra cosa da Galimberti spa) aprirà venti nuovi store (7 già attivi e altri 4 in attesa del taglio del nastro a metà settembre). Due milioni di investimento per la digital transformation, di cui 1 milione solo per la formazione.
Ilario Galimberti è stato uno dei protagonisti del mercato (retail) elettrodomestici ed elettronica di consumo in Italia.Galimberti cominciò la sua attività di rivenditore nel 1954 aprendo un piccolo negozio di lampadine, fornelli a gas e lampadari. Nel 1968 inaugurò il primo punto di vendita di elettrodomestici di 500 mq, a Barlassina, in provincia di Monza-Brianza. Agli inizi degli anni Settanta, Ilario Galimberti decise di diversificare l’attività, inventando il primo frigorifero da incasso e dando vita così a un nuovo mercato. Fu un vero innovatore.
Nella seconda metà degli anni Settanta, con altri soci, promosse Get, oggi Euronics, il primo gruppo d’acquisto a livello nazionale dedicato agli elettrodomestici, contribuendo allo sviluppo nei decenni successivi (Ottanta e Novanta). Nel giugno 2006 Ilario Galimberti era stato insignito dalla Presidenza della Repubblica Italiana del titolo di Cavaliere del Lavoro. Il 12 giugno 2012 grazie al progetto “Punto vendita 3.0” di Seregno e di Como, ha ricevuto in Senato il premio nella categoria Innovazione nel Commercio in qualità di Presidente del Gruppo Galimberti.
Poteva essere una delle tante storie di talenti magnifici e di aziende straordinarie del nostro Paese, bisogna solo sperare che non si trasformi in una storia, non l’unica, di fallimento.