Ennesimo provvedimento che non tiene conto della realtà legislativa e lavorativa del nostro paese. Le professioni associative rappresentano il 7% del PIL italiano, escluderle dall’Equo Compenso evidenzia come, nonostante cambino i Governi, alcuni lavoratori rimangono sempre di serie B.
Abbiamo già visto come i professionisti senza albo siano troppo spesso vittime di un meccanismo che di fatto impone una fatturazione a cifre irrisorie, questo a fronte di una richiesta di competenze di alto livello. Ora ci troviamo di fronte ad una esclusione che lascerà indietro questo pezzo importante di sistema produttivo a causa della mancanza dei parametri ministeriali. Questa spiacevole “svista” ancora è evitabile e proprio per questo chiediamo l’inserimento di disposizioni che facciano riferimento a criteri per definire i parametri per l’equo compenso per tutta la platea delle professioni come individuata dalla legge 81 e quindi anche per coloro che non li hanno avuti sino ad ora.